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L’UE rischia un’azione legale da alcuni gruppi ambientalisti

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Dei gruppi ambientalisti hanno avviato un’azione legale contro la Commissione Europea, accusata per la decisione di includere il gas naturale e l’energia nucleare in un elenco di attività sostenibili.

L’elenco proposto dalla Commissione Europea ha, infatti, suscitato aspre critiche e accuse di greenwashing. Per questo motivo, martedì 18 aprile due distinti ricorsi legali sono stati presentati al Tribunale dell’Unione Europea a Lussemburgo in seguito alla classificazione dei combustibili nella cosiddetta tassonomia, una guida per gli investitori destinata a convogliare miliardi di euro nelle tecnologie verdi.

Una delle due accuse è stata presentata da Greenpeace, l’organizzazione non governativa mondiale ambientalista e pacifista, e l’altra da una coalizione che comprende Client Earth, un ente di beneficenza di diritto ambientale, e WWF (World Wide Fund for Nature), la nota organizzazione non governativa internazionale che opera nel campo della conservazione delle aree naturali e della riduzione dell’impatto umano sull’ambiente.

L’UE rischia un’azione legale dopo aver inserito gas e nucleare nella guida agli investimenti verdi

Le accuse all’etichetta di sostenibilità per gas naturale ed energia nucleare

Dopo un mese impegnativo e ricco di notizie per la Commissione Europea a causa della lunga disputa con alcuni Paesi membri per un divieto completo sui veicoli a combustione entro il 2035, l’organo esecutivo dell’Unione affronta un’ennesima pioggia di critiche per le sue nuove decisioni in ambito ambientale.

Martedì, infatti, Greenpeace ha dichiarato che presenterà un’azione legale presso la Corte di giustizia europea, il massimo organo giurisdizionale dell’Unione, dopo che la Commissione si è rifiutata di riconsiderare la sua proposta. L’esecutivo dell’UE, sostiene Greenpeace, ha agito illegalmente quando ha designato il gas e il nucleare come tecnologie ponte nella “Tassonomia delle attività economiche sostenibili dal punto di vista ambientale“, che ha lo scopo di aiutare a raggiungere l’obiettivo di neutralità del carbonio entro il 2050.

Nina Treu, direttore esecutivo di Greenpeace Germania, ha dichiarato che la guida in questione doveva essere uno strumento per raggiungere l’obiettivo di un aumento massimo di 1,5 °C sul riscaldamento globale e rendere l’Unione Europea neutrale dal punto di vista climatico, favorendo la ristrutturazione sociale ed economica dell’Unione attraverso il trasferimento di fondi.

Invece di ostacolare il greenwashing, è diventato uno strumento di greenwashing, ha aggiunto Treu, dichiarando che Greenpeace dirà alla Corte che il gas non può essere considerato un combustibile di transizione, in quanto qualsiasi impianto a gas che entra in funzione oggi sarà ancora in funzione oltre il 2050.

Il gruppo ambientalista, inoltre, affermerà che la costruzione di nuove centrali nucleari, che di solito richiedono uno o due decenni per essere realizzate in Europa, ritarderà l’abbandono del carbone, ostacolerà lo sviluppo delle energie rinnovabili, rischierà di provocare incidenti e creerà inquinamento. Il nucleare è troppo lento per fermare il collasso climatico, ha concluso Treu.

Separatamente, Client Earth, l’Ufficio delle politiche europee del WWF, Transport & Environment (T&E, un’associazione europea che riunisce tutte le organizzazioni non governative che operano nel campo dei trasporti e dell’ambiente, promuovendo il trasporto sostenibile in Europa) e BUND (un’ONG tedesca dedicata alla conservazione della natura e alla protezione dell’ambiente) contestano solo la decisione di includere il gas. Questi sostengono che il combustibile fossile non può essere considerato sostenibile a causa del suo impatto ambientale negativo e che l’inclusione del gas nella tassonomia viola la legge dell’UE sul clima che stabilisce l’obiettivo giuridicamente vincolante di raggiungere emissioni nette zero entro la metà del secolo.

Anaïs Berthier, avvocato e responsabile dell’ufficio di Bruxelles di Client Earth, ha dichiarato che la Commissione europea ha violato il requisito di elaborare una politica basata sulla scienza e ha infranto la legge sul clima della stessa Unione che impone ai responsabili politici di effettuare controlli per garantire che tutte le azioni del blocco siano coerenti con l’obiettivo di raggiungere lo zero netto entro il 2050.

La legge dell’UE sul clima stabilisce l’obiettivo giuridicamente vincolante di raggiungere emissioni nette zero entro il 2050

Etichettare il gas fossile come sostenibile è tanto assurdo quanto illegale, ha affermato la coalizione, e va contro il parere scientifico dell’UE e mina fondamentalmente la credibilità delle azioni dell’Europa per il clima. Il gas fossile non è pulito, non è economico e non è una fonte di energia sicura, hanno concluso.

La tassonomia dell’UE, il sistema di etichettatura verde della Commissione europea che definisce ciò che si qualifica come un investimento in energia sostenibile, è diventata legge nel luglio 2020. Inizialmente non includeva né il gas né il nucleare, ma i legislatori hanno lasciato che importanti dettagli venissero risolti attraverso i cosiddetti atti delegati, ovvero una legislazione secondaria destinata a questioni tecniche che non è soggetta allo stesso grado di supervisione ministeriale e parlamentare.

Attualmente, la sentenza è attesa per il 2025, anche se i partecipanti hanno espresso la speranza che la Corte europea agisca più rapidamente.

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