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McKinsey denunciata da ex-dipendente e sotto il fuoco dei regolatori per il ruolo nella crisi degli oppiacei

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McKinsey sta attraversando dei problemi importanti, che presto potrebbero portare a un’ondata di pubblicità negativa per la società. Giovedì è trapelata una notizia dal Dipartimento di Giustizia di New York, che apparentemente avrebbe iniziato a indagare sul coinvolgimento dell’azienda nella crisi degli oppiacei negli Stati Uniti. Oggi un ex-dipendente della famosa società di consulenza, Arnab Ghatak, ha deciso di denunciare il suo ex-datore di lavoro per averlo trattato come capro espiatorio in questo famoso caso. Si riaccende la luce su McKinsey e sul suo coinvolgimento nella consulenza a Purdue Pharma, produttore del farmaco OxyContin, oltre che a una serie di altre aziende coinvolte nella produzione di antidolorifici e oppiacei di vario tipo.

Il caso è molto sentito in questo momento negli Stati Uniti, che sono nel bel mezzo di una vera e propria crisi della droga. La diffusione del Fentanyl, un surrogato dell’eroina, ha preso d’assalto le periferie e in pochi anni ha condotto alla schiavitù da oppiacei milioni di americani. Lo scorso anno, le agenzie governative statunitensi stimano che nel paese ci siano state oltre 110.000 morti dovute all’uso di questa sostanza. Ci si chiede se questo possa essere il risultato delle azioni delle grandi società farmaceutiche, che con i loro prodotti venduti legalmente presso le farmacie avrebbero potuto indurre una dipendenza da oppiacei nei pazienti. Una volta scadute le prescrizioni, poi, queste persone avrebbero iniziato a ricercare sostanze illegali per soddisfare la dipendenza indotta dai farmaci.

Il caso sembrava essere stato chiuso nel 2020, ma ora si riapre

McKinsey indagata per inquinamento delle indagini

Arnab Ghatak è stato licenziato nel 2021 da McKinsey, con la società che lo ha accusato di essere stato il principale responsabile delle accuse rivolte dal Dipartimento di Giustizia all’azienda. La denuncia dell’ex-dipendente rischia di riaprire il vaso di Pandora, mentre già la Procura di New York sta indagando sulla possibilità che la società di consulenza abbia inquinato le indagini sul coinvolgimento dei produttori di farmaci legali. I consulenti di McKinsey avrebbero cancellato messaggi, email e documenti relativi alla consulenza effettuata alle case farmaceutiche. Questo è molto significativo, perché in questi dati cancellati avrebbero potuto esserci delle indicazioni importanti sul ruolo effettivamente ricoperto dall’industria degli antidolorifici nella crisi degli oppiacei.

Nel 2019, dopo aver pagato $1 miliardo per patteggiare la chiusura della prima investigazione sul tema, McKinsey aveva annunciato che non si sarebbe più prestata alla consulenza nel settore degli oppiacei. L’anno successivo, il suo più grande cliente del settore -Purdue, il produttore del farmaco oppiaceo antidolorifico più venduto negli USA- ha ammesso la sua colpa nel trattamento degli oppiacei lungo la supply chain e ha dichiarato bancarotta raggiungendo nel frattempo un accordo con il tribunale. Il caso è poi stato dimenticato fino a oggi, con nuove prove che stanno emergendo e nuove accuse per McKinsey.

McKinsey ha offerto consulenza strategica e di supply chain a quasi tutte le più grandi aziende americane produttrici di farmaci

Le accuse dell’ex-dipendente

Ghatak ha iniziato ad accusare uno dei vertici di McKinsey, il manager Bob Sternfelds, di aver occultato le email inviate ai clienti nel settore e di averlo licenziato per cercare un capro espiatorio. Il caso ricorda molto da vicino quello di Mallinckrodt, altra società finita nel mirino dei regolatori per il caso oppiacei. Soprattutto considerando che il 2024 è un anno di elezioni, anche dalla politica c’è molto interesse a offrire al pubblico delle risposte per quanto riguarda la crisi del Fentanyl che sta mettendo in ginocchio larghe fasce della popolazione. Ghatak accusa addirittura Sternfels di aver depistato il Senato durante l’interrogazione parlamentare del 2022, mentre McKinsey attraverso un portavoce ha negato totalmente le accuse e ha dichiarato di difendere al 100% la sua decisione di licenziare Ghatak. Il polverone mediatico può alimentare le investigazioni, con risultati molto incerti per il colosso della consulenza.

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