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Microsoft, contratto record per pannelli fotovoltaici
La settimana si apre con un nuovo importante accordo per Microsoft, che ha deciso di puntare aggressivamente sul solare per la sua transizione energetica. La società ha stretto uno dei più grandi contratti di fornitura della storia dei pannelli fotovoltaici: ben 12 GW di pannelli saranno installati nel corso dei prossimi 8 anni da Qcells, una società sudcoreana con grandi impianti anche negli Stati Uniti. E Microsoft ha appositamente incluso nel proprio accordo il fatto che i pannelli dovranno essere prodotti e assemblati proprio negli USA, in modo da poter beneficiare al massimo degli incentivi federali messi a disposizione dall’Inflation Reduction Act per combattere il predominio dei pannelli cinesi.
Microsoft è una delle società che hanno mostrato più impegno per la propria transizione energetica nel corso degli anni. L’azienda punta a essere alimentata al 100% da energia rinnovabile entro il 2025, inclusi i suoi enormi data center che vengono utilizzati -tra le altre cose- anche per far funzionare i modelli di intelligenza artificiale generativa di Chat GPT. Inoltre intende arrivare a raggiungere il net zero in tutte le sue unità di business entro il 2030, con dieci anni di anticipo rispetto alle nazioni più ambientaliste del mondo e addirittura vent’anni di anticipo rispetto a Unione Europea e Stati Uniti. La sfida più grande, per arrivarci, rimane quella delle fonti di energia.
Partnership senza precedenti con Qcells
Questa è la prima volta che una società tech firma un contratto di queste dimensioni con una società che produce energia rinnovabile. Persino per le misure dei grandi appalti pubblici, si tratta di un contratto assolutamente fuori dal normale. La scelta di Microsoft è ricaduta su Qcells, una società originaria della Germania che è poi stata acquisita da un conglomerato industriale sudcoreano; l’anno scorso era già stato firmato un contratto da 2.5 GW con lo stesso fornitore. In quell’occasione Qcells aveva già deciso di impegnarsi a costruire un nuovo grande centro per la produzione di pannelli fotovoltaici in Georgia, con un investimento da 2.5 miliardi di dollari. Il nuovo contratto garantirà alla società di avere una capacità produttiva già in gran parte impegnata fino al 2032.
Per Microsoft, Qcells non è l’unico fornitore di pannelli fotovoltaici. La società sta cercando di diversificare la supply chain ma di mantenere la produzione dei pannelli sempre negli Stati Uniti. Tutte le componenti, inclusi i semiconduttori e i moduli fotovoltaici, saranno prodotti internamente da Qcells. Proprio questo sembra essere stato il fattore decisivo nell’aggiudicazione dell’appalto: la maggior parte dei produttori americani usano componenti cinesi, cosa che renderà presto impossibile assicurarsi di accedere a un credito fiscale del 30% per i pannelli di produzione domestica. La scelta dimostra che il credito fiscale offerto dagli Stati Uniti è sufficiente a compensare la differenza di prezzo con i prodotti cinesi.
Silicio policristallino: il vantaggio competitivo di Qcells
Qcells sembra essere destinata a un 2024 molto interessante, ora che sempre più contraenti americani vogliono accedere agli incentivi dell’Inflation Reduction Act. Per rispettare la regolamentazione in questione è importante che una gran parte dei componenti e delle materie prime con cui si producono i pannelli provengano dagli Stati Uniti, ma c’è una specifica componente che è difficile realizzare per quasi tutti i concorrenti: i wafer di silicio policristallino. Si tratta di una componente fondamentale per le celle solari, ovvero la parte del pannello dove l’irradiamento solare si trasforma in energia elettrica.
Qcells ha investito oltre $200 milioni in REC Silicon, una società che ha rilevato una delle pochissime fabbriche di silicio policristallino negli Stati Uniti. L’impianto era inutilizzato da decenni, ma grazie all’investimento della società sudcoreana è stato possibile riattivare la produzione. Questo è un forte vantaggio competitivo per Qcells, che ora è diventata l’unica azienda a portare l’intera supply chain dei propri pannelli fotovoltaici nei confini statunitensi.