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Morgan Stanley investigata dai regolatori USA: nel mirino il ramo di gestione del risparmio
Il ramo di gestione del risparmio di Morgan Stanley sarebbe sotto il fuoco incrociato delle principali agenzie statunitensi di tutela delle transazioni finanziarie. A rivelarlo è un’indagine condotta dal WSJ grazie ad alcune fonti vicine ai fatti, secondo le quali sarebbero coinvolte anche la Federal Reserve e la SEC. Anche se i regolatori non hanno ancora pubblicato un comunicato ufficiale, l’assenza di risposte della banca alle domande poste dalla stampa sembra indicare che effettivamente ci siano in corso delle investigazioni. Per il momento si tratta solo di uno scrutinio, ma la sensazione è che la banca sia prossima a essere soggetta a delle sanzioni importanti.
A essere indagata non è tutta l’operatività di Morgan Stanley, ma solo un ramo particolare: il wealth management, cioè la gestione del risparmio. Si tratta dei servizi con cui l’azienda aiuta individui e piccole e medie imprese a fare investimenti, ad esempio offrendo dei fondi o dei conti deposito per investire la liquidità in eccesso. Questo ramo l’anno scorso ha prodotto ricavi per $26,3 miliardi, rappresentando quasi il 50% dei ricavi complessivi del gruppo. Il fatto che le principali agenzie di regolazione bancaria negli Stati Uniti stiano investigando su questa unità di business ha immediatamente colpito gli investitori, con le azioni che hanno perso oltre il 4% nella giornata di scambi di giovedì; si tratta del singolo calo più grande registrato dal titolo nel corso degli ultimi 5 mesi.
Le accuse dei regolatori
Secondo gli enti che stanno investigando sulle responsabilità di Morgan Stanley, la banca non avrebbe fatto controlli sufficienti sui propri clienti. In particolare non si sarebbe investigata abbastanza la provenienza dei fondi e l’effettiva identità di chi ha usufruito di questi servizi; il timore è che, così facendo, Morgan Stanley possa aver facilitato il riciclo di denaro. Già lo scorso anno la SEC aveva inviato una lista di clienti presenti e passati alla banca, chiedendo di elencare tutte le domande che erano state poste per completare le verifiche anti-riciclaggio. A quanto pare il risultato non ha soddisfatto il governo americano, che ora sarebbe pronto a un procedimento formale per prendere provvedimenti.
Un altro servizio su cui si sta investigando è E*Trade, il servizio di trading online di Morgan Stanley che permette ai clienti di investire in autonomia il loro denaro. Anche in questo caso la banca non avrebbe predisposto controlli sufficienti a garantire la trasparenza dei capitali depositati dai clienti, potenzialmente portando a ricevere “soldi sporchi”. Anche se si sa ancora poco riguardo a quali siano i clienti al centro delle investigazioni, il WSJ riporta anche una parte sarebbero anche clienti internazionali. In alcuni casi si parla addirittura di collegamenti con miliardari russi che figurano nell’elenco degli individui soggetti a sanzioni da parte del governo americano.
In pericolo il gioiello dell’azienda
Il ramo di wealth management di Morgan Stanley è considerato il fiore all’occhiello della banca, vista la percentuale di ricavi che sono attribuibili proprio a questa unità di business. Oltre a essere un business molto florido, è anche prevedibile: rispetto all’investment banking, i cui risultati dipendono molto dal ciclo economico, la gestione del risparmio tende a produrre risultati più costanti nel corso del tempo. Considerando anche che Morgan Stanley sta disinvestendo dalla Cina per poter concentrare meglio la propria attività sul mercato americano, questa investigazione arriva in un momento particolarmente sconveniente. In ogni caso, non c’è al momento alcuna condanna né alcun tipo di sanzione: anche se la sensazione è che questa investigazione sia il frutto di dubbi concreti, soltanto il corso delle indagini potrà chiarire se effettivamente il gruppo non stia facendo i dovuti controlli sui clienti e sui loro fondi.