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Nel 2023 cresce del 400% l’uso di derivati sul clima

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Gli eventi naturali estremi del 2023 stanno portando al decollo esponenziale di una categoria di strumenti finanziari ancora poco conosciuta: i derivati sul clima, che le società utilizzano per proteggersi dal rischio di eventi climatici avversi. Gli effetti del cambiamento climatico sono sempre più visibili, ma altrettanto imprevedibili: siccità, inondazioni e temperature record sono una variabile sempre più importante per le supply chain mondiali, in cui un evento che si manifesta in un’area circoscritta può avere effetti a catena su fornitori e clienti che si trovano dalla parte opposta del globo.

Come risultato di tutto questo, l’open interest dei derivati sul clima sul CME Exchange è aumentato del 400% rispetto al 2022 e addirittura di 12 volte rispetto al 2019. Un’impennata con cui nemmeno i green bonds, considerati lo strumento più chiacchierato dell’anno in relazione alla finanza sostenibile, possono competere. L’open interest è una misura di quanti contratti aperti siano attualmente sul mercato, senza aver trovato una controparte. Per calcolarlo si contano i derivati per cui è stata fatta una proposta di acquisto o di vendita in Borsa, ma che non hanno ancora trovato una controparte disposta ad accettare l’offerta.

Sempre più interesse a proteggersi dagli eventi climatici

La crescita record del mercato dei derivati sul clima, per molti analisti, non arriva come una sorpresa. Il 2023 è stato l’anno con le temperature medie più alte mai registrate da quando si tiene ufficialmente traccia di questo dato. Al tempo stesso, si moltiplicano gli effetti estremi: l’anno scorso una pesante siccità ha travolto il raccolto della soia in Argentina e causato grandi incendi boschivi in California, mentre altre aree del mondo. Proprio in questi giorni, 15.000 persone in Myanmar hanno dovuto evacuare le proprie case per via di un’alluvione improvvisa. Tutto questo può causare pesanti impatti per le aziende, che rimangono privi dei loro fornitori o dei loro clienti per un periodo sostenuto di tempo.

Il trend è anche alimentato dall’arrivo di El Niño, il fenomeno che si manifesta ogni 5-10 anni riscaldando di alcuni gradi le acque superficiali del Pacifico. Anche se il riscaldamento è di 2-3 °C, gli impatti sul mondo sono enormi: siccità presso grandi produttori di caffè come Indonesia, Vietnam e Brasile, piogge torrenziali in Ecuador e Argentina, un inverno molto più caldo del solito in Europa, e l’elenco va avanti. L’impatto è pesante soprattutto per l’industria agroalimentare, per la quale si prevede un’impennata del prezzo del caffè e del riso, così come per l’industria energetica che può vedere sostanziali variazioni nella produzione di energia idroelettrica.

Il boom dei derivati ha reso i climatologi sempre più richiesti a Wall Street

Come funziona la nuova asset class che protegge dal clima

I contratti derivati sugli eventi climatici hanno iniziato la loro storia nel corso degli anni ’90, ma erano stati quasi dimenticati dopo la crisi del 2008. Si tratta di strumenti che permettono a una parte di assicurarsi contro un certo evento climatico, come un’inondazione in una certa area geografica o un incendio boschivo in un’altra. Questa parte paga un premio all’altra, che si assume il rischio in cambio di questo pagamento. Se l’evento assicurato si verifica, chi ha incassato il premio deve pagare alla controparte quanto pattuito inizialmente; se l’evento assicurato non si verifica entro la data indicata, il derivato scade privo di valore.

Il CME Exchange di Chicago è la Borsa più grande al mondo per lo scambio di questo tipo di contratti, ma circa il 90% dei volumi proviene da accordi privati al di fuori dei mercati regolamentati. Le società solitamente si rivolgono ai grandi assicuratori internazionali per proteggersi contro i rischi climatici, ma gli scambi di Borsa rimangono estremamente utili: aiutano a fare in modo che ci sia un mercato liquido per scambiare questi contratti, in modo da creare un mercato secondario dove possono essere rivenduti dall’acquirente iniziale. Tutto ciò facilita le transazioni e crea un mercato più efficiente, nel quale i rischi sono prezzati in un modo più preciso.

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