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Nessun accordo UE per lo stop ai combustibili fossili

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Lunedì i ministri degli Esteri dell’UE non sono riusciti a raggiungere l’accordo unanime necessario per adottare un appello per l’eliminazione graduale dei combustibili fossili, come parte della posizione negoziale del blocco europeo alla conferenza sul clima Cop 28 delle Nazioni Unite che si terrà alla fine di quest’anno.

Un testo in discussione tra i ministri avrebbe impegnato l’Ue a promuovere sistematicamente un passaggio globale verso sistemi energetici privi di combustibili fossili ben prima del 2050.

I paesi dell’Unione Europea si scontrano sul tema del nucleare

La situazione in Europa

Dopo che la Russia ha invaso l’Ucraina un anno fa, le nazioni europee hanno affrontato una serie di nuove sfide, tra cui capire come sostituire rapidamente il gas russo che fino a quel momento forniva il 40% del loro fabbisogno energetico

Un anno dopo, per aiutare a colmare il divario, l’uso di combustibili fossili più inquinanti come il carbone è aumentato, i governi hanno speso miliardi per bloccare le bollette del riscaldamento mentre le compagnie del gas raccolgono profitti record e i paesi competono per costruire terminali per importare gas da nuovi fornitori.

Ma, per la prima volta, l’Europa ha anche sorprendentemente prodotto più elettricità da fonti rinnovabili che dal gas lo scorso anno, secondo la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

Il Green New Deal dell’Unione europea – volto a portare il blocco europeo a emissioni zero entro il 2050 – ha resistito allo shock ucraino, mentre stanno avanzando nuovi piani per ridurre drasticamente la dipendenza dai combustibili fossili russi entro il 2027, utilizzando le rinnovabili e l’efficienza energetica.

Il dibattito sul testo

Intervenendo dopo la riunione dei ministri degli esteri, l’alto rappresentante dell’UE per gli affari esteri Josep Borrell ha affermato l’importanza di un’azione globale in seguito all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.

Ma la mancanza di un accordo unanime ha impedito ai ministri degli Esteri di adottare formalmente il testo che stabilirà i punti del negoziato Ue per la Cop 28, che si svolgerà negli Emirati Arabi Uniti a dicembre.

Il dibattito – che si concentra sull’idrogeno prodotto dal nucleare o dall’energia rinnovabile – ha già ritardato i negoziati sui nuovi obiettivi dell’UE in materia di energia rinnovabile. Alcuni funzionari dell’unione temono che il dibattito possa avere ripercussioni in altre politiche di energia verde, ritardando potenzialmente le leggi necessarie per raggiungere gli obiettivi climatici della comunità europea.

I funzionari dell’UE hanno detto a Reuters che la maggior parte del testo è stata approvata, compresi i piani per raccogliere il sostegno per un impegno globale a eliminare gradualmente i combustibili fossili in vista del vertice sul clima delle Nazioni Unite di novembre.

Ma i paesi stanno lottando per concordare se il testo debba promuovere esplicitamente l’idrogeno a basse emissioni di carbonio – ovvero l’idrogeno prodotto dall’elettricità nucleare – o concentrarsi sull’idrogeno prodotto da energia rinnovabile.

Paesi come Francia e Repubblica Ceca dipendono molto dall’output energetico delle centrali nucleari.

La Francia, che storicamente ha ricavato il 70% della sua energia dai reattori nucleari, e paesi come l’Ungheria e la Repubblica ceca, vogliono un maggiore riconoscimento dell’energia nucleare da parte dell’UE e, ad esempio, stanno spingendo affinché l’idrogeno di origine nucleare conti per il raggiungimento degli obiettivi della commissione europea in materia di energie rinnovabili.

Dall’altra parte ci sono paesi come la Germania, che sta dismettendo gradualmente i suoi reattori, e la Spagna. Questi paesi affermano di riconoscere il contributo a basse emissioni di carbonio del nucleare, ma che non dovrebbe essere messo sullo stesso piano delle fonti di energia rinnovabile come l’eolico e il solare.

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