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Nippon Steel non cede ai commenti di Biden: l’azienda va avanti con l’acquisizione di US Steel

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Ormai sono passati diversi mesi da quando si è iniziato a parlare della possibile vendita di US Steel. L’iconica società fondata da Andrew Carnagie nel 1901 è stata alla base del boom edilizio di New York prima, e poi di tutte le grandi città americane. Ancora oggi, lo skyline delle metropoli statunitensi è segnato da grattacieli che al loro interno conservano acciaio di US Steel. La società ha gradualmente perso rilevanza nei decenni a livello mondiale, con altri paesi che sono in grado di competere in modo migliore sui prezzi. Gli USA hanno provato a difendere la loro industria nazionale introducendo dei dazi all’importazione, ma nemmeno questo è stato sufficiente a far funzionare il business di US Steel come nei suoi anni di maggior splendore.

US Steel mantiene ancora oggi il titolo di maggior produttore di acciaio negli Stati Uniti, un paese che però rimane più legato alle importazioni che alla produzione nazionale. In parte rappresenta il simbolo di un’economia ormai estremamente avanzata che vive di industrie manifatturiere ad alto valore aggiunto e servizi, piuttosto che di industrie pesanti. Si era addirittura parlato di una possibile acquisizione da parte di ArcelorMittal, ipotesi poi scartata per mancanza di un accordo. Un accordo che invece si è trovato con il colosso industriale giapponese Nippon Steel, disposto a investire $14 miliardi per acquisire il gigante americano e rimetterlo in piedi con migliori tecnologie e processi produttivi più snelli. Acquisizione a cui però si opporrebbe la Casa Bianca, con Joe Biden che preferirebbe un compratore americano.

Nippon Steel sarebbe pronta a offrire 54$ per azione

Nippon Steel non cede alle pressioni politiche

Malgrado le dichiarazioni del Presidente e di altri parlamentari, Nippon Steel si dice ancora interessata a completare l’acquisizione. Ritiene di essere l’azienda più adatta per fare questo tipo di operazione, in primo luogo perché non ci sono altri player americani che potrebbero intervenire senza causare un problema evidente di antitrust. Al tempo stesso il Giappone è uno dei più grandi partner commerciali degli Stati Uniti ed è un alleato storico degli USA, per cui Nippon Steel fa notare che non si porrebbero i problemi di sicurezza nazionale che l’amministrazione statunitense sta adducendo nel suo caso contro TikTok.

Joe Biden ha definito US Steel “un’impresa americana iconica” e ha espresso il desiderio di fare in modo che continui a essere operata da una proprietà americana. Non è chiaro, però, se il governo sia pronto a intraprendere delle azioni concrete per bloccare l’accordo. Anche se il comitato sugli investimenti esteri (CFIUS) avrebbe l’autorità per bloccare l’accordo se ci fossero delle basi di sicurezza nazionale, non è nemmeno facile dimostrare che tali circostanze sussistano.

Attualmente US Steel produce circa 5 milioni di tonnellate di acciaio all’anno

Niente licenziamenti o stabilimenti chiusi

Uno dei problemi che Nippon Steel deve superare è l’opposizione del sindacato United Steelworkers, la maggiore associazione di lavoratori delle acciaierie americane. Il sindacato si è detto contrario all’acquisizione e sta facendo pressione sulle istituzioni affinché US Steel non passi a Nippon Steel. Per cercare di attirare le grazie dei lavoratori, il colosso giapponese oggi ha dichiarato che non intende fare licenziamenti o chiudere gli stabilimenti meno produttivi di US Steel. L’impresa giapponese sarebbe pronta a sottoscrivere un accordo che le impedirebbe di tagliare i posti di lavoro o gli stabilimenti fino a settembre 2026, a prescindere dalle condizioni del mercato dell’acciaio. Nel frattempo si sta configurando anche un problema di relazioni diplomatiche tra i due paesi, con il Giappone che si sente trattato nello stesso modo in cui sta venendo trattata la Cina per il caso TikTok.

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