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Norvegia, gli obbligazionisti di SBB passano alle vie legali
La gigante impresa immobiliare svedese SBB affronta un momento cruciale. Uno dei suoi principali obbligazionisti, Fir Tree Partners, esige un pagamento immediato affermando una violazione delle clausole contrattuali dei bond che ha acquistato. Con 46 milioni di euro in gioco e un crescente accumulo di debiti, la richiesta di accelerazione dei titoli intensifica la pressione sulla SBB, già al centro di una crisi immobiliare che minaccia di colpire l’economia svedese. L’azienda, che nega qualsiasi tipo di violazione contrattuale, sta cercando misure legali per proteggere i suoi interessi e i suoi stakeholder in un momento di alta instabilità finanziaria.
La Samhällsbyggnadsbolaget i Norden AB (SBB) è stata fondata nel 2016 dall’ex politico Ilija Batljan, con l’intento di diventare la principale impresa immobiliare nordica specializzata in residenze e infrastrutture sociali. L’azienda è inizialmente andata incontro a una forte di rapida espansione grazie ai tassi d’interesse rasenti allo zero nei suoi primi anni di vita. Proprio per via di questo forte affidamento all’idea che i tassi sarebbero rimasti bassi a lungo, l’azienda ha accumulato un debito considerevole attraverso l’acquisto di proprietà dismesse dal governo centrale e dalle amministrazioni locali. E con i tassi d’interesse elevati di questo momento, il debito si sta trasformando in una bomba ad orologeria che potrebbe portare al default della società.
Il principale obbligazionista bussa alla porta
Il confronto finanziario tra SBB e il fondo di investimento Fir Tree Partners di New York si sta sviluppando in una complicata battaglia legale. La SBB, che affronta un anno difficile -con un debito accumulato di 8 miliardi di dollari in mezzo a un significativo calo del mercato immobiliare scandinavo-, è stata accusata da Fir Tree Partners di essere inadempiente nel suo debito. Inoltre la società viene accusata di aver fatto modifiche poco chiare ai suoi metodi contabili, con l’obiettivo di nascondere il reale stato di salute dell’azienda agli investitori.
Queste modifiche, che includono l’esclusione della voce “utile prima di elementi finanziari” dai suoi rapporti, hanno portato ad accuse di violazione delle clausole contrattuali da parte dei maggiori obbligazionisti del gruppo. Recentemente SBB ha annunciato di aver ricevuto un avviso di accelerazione da Fir Tree Partners, che afferma una violazione della clausola e richiede il pagamento immediato di 46 milioni di euro. Fir Tree Partners ha confermato questo avviso e espresso l’intenzione di avviare procedimenti legali per il recupero del debito. Nel frattempo SBB, le cui azioni sono cadute di oltre l’80% quest’anno, nega con forza qualsiasi violazione.
Questo stallo approfondisce ulteriormente le sfide finanziarie della SBB, che a settembre 2023 ha ricevuto un finanziamento significativo di Brookfield Asset Management. Si tratta di un pagamento da 720 milioni di dollari, come parte di un accordo che ha comportato il trasferimento del controllo di un portafoglio di scuole private. Questa iniezione di capitale è stato un passo strategico per la SBB per alleviare le pressioni finanziarie che l’azienda stava affrontando. Ma questi fondi stanno già finendo e SBB non può permettersi di liquidare €46 milioni in un singolo pagamento di penali ai suoi obbligazionisti.
Oltre SBB: la crisi nel mercato immobiliare svedese
La Svezia sta affrontando una crisi immobiliare segnata da un brusco calo dei prezzi: l’indice che traccia l’andamento del mercato vede un calo di oltre il 20% tra gennaio 2022 e oggi. Un fenomeno innescato da una serie di fattori, tra cui aumenti significativi nei tassi di interesse ipotecari e l’impatto economico della pandemia COVID-19.
La preferenza dei norvegesi per i mutui a tasso variabile ha segnato una forte criticità di fronte all’aumento dei tassi d’interesse centrali, lasciando i mutuatari vulnerabili alle politiche anti-inflazione necessarie per far fronte all’ondata di rincari nel post-pandemia. Inoltre la Norvegia ha forti politiche di incentivi pubblici all’acquisto di case di proprietà, che hanno segnato una “crisi nella crisi” per il mondo degli affitti.