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Nuova causa legale per TotalEnergies e i progetti in Uganda

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Cinque gruppi di attivisti hanno presentato una seconda causa legale presso un tribunale civile di Parigi contro la principale compagnia petrolifera francese TotalEnergies riguardante i suoi progetti in Uganda e Tanzania.

Gli attivisti, guidati da Friends of the Earth France, sostengono che TotalEnergies non abbia adeguatamente protetto le persone e l’ambiente in relazione allo sviluppo petrolifero di Tilenga e al gasdotto per il petrolio grezzo dell’Africa orientale del valore di 3,5 miliardi di dollari.

Questa azione legale è un seguito a un precedente tentativo di procedura accelerata che è stato respinto nel mese di febbraio. I querelanti si avvalgono della legge francese del 2017 sulla cosiddetta “duty of vigilance” (dovere di vigilanza), che impone alle grandi aziende di identificare i rischi associati alle loro operazioni e alle catene di approvvigionamento e di stabilire strategie per prevenirli.

L’obiettivo della causa è quello di chiedere conto a TotalEnergies per presunta negligenza e garantire che adempia ai propri obblighi nel tutelare il benessere delle persone e del pianeta. TotalEnergies è già uscita recentemente da una causa legale con il Kazakistan per presunti danni ambientali causati dall’enorme progetto petrolifero offshore che sta portando avanti con il consorzio petrolifero NCOC.

L’accusa dei gruppi di attivisti nei confronti di TotalEnergies è di presunta negligenza.

Le ragioni della denuncia

La denuncia presentata presso il tribunale di Parigi riguarda due grandi progetti di TotalEnergies: l’esplorazione di Tilenga, che coinvolge 419 pozzi petroliferi, di cui un terzo si trova nel parco nazionale più grande dell’Uganda, le Cascate di Murchison, e l’EACOP, un oleodotto lungo 1.500 chilometri che trasporta il petrolio grezzo fino alla costa della Tanzania attraverso diverse riserve naturali protette.

Secondo le associazioni coinvolte, le persone che vivono nelle aree interessate dai progetti hanno subito una privazione delle loro terre per un periodo di tre o quattro anni, violando così i loro diritti di proprietà.

Ciò ha comportato una grave mancanza di mezzi di sussistenza e carenze alimentari per molte famiglie. Sebbene alcune di loro abbiano ricevuto un risarcimento in natura, altre sono state offerte compensazioni finanziarie nettamente insufficienti.

Inoltre, sono state riportate situazioni di allagamenti nei villaggi a causa della costruzione dell’impianto di trattamento del petrolio del progetto Tilenga.

Secondo le associazioni, TotalEnergies avrebbe dovuto essere consapevole delle possibili gravi violazioni dei diritti legate ai suoi progetti in Uganda. Tuttavia, l’azienda non ha preso provvedimenti nonostante fosse stata avvertita della loro esistenza e non ha adottato misure correttive una volta che le violazioni dei diritti umani si sono verificate.

Sono state riportate diverse situazioni di allagamento a causa della costruzione degli impianti petroliferi.

Diversi attivisti hanno dichiarato di aver subito aggressioni

Le associazioni hanno anche evidenziato che diverse persone che hanno osato criticare i progetti petroliferi in Uganda e Tanzania e difendere i diritti delle comunità colpite hanno subito minacce, molestie e persino arresti arbitrari.

Alcuni attivisti che si sono recati in Francia per portare avanti una causa legale nel 2019 hanno subito conseguenze negative al loro ritorno in Uganda: uno è stato arrestato in aeroporto, mentre l’altro è stato attaccato nella sua abitazione 10 giorni dopo, come denunciato dalle organizzazioni non governative coinvolte. Un terzo attivista ha riferito di essere stato soggetto a minacce, intrusioni nella sua casa e di essere stato arrestato in modo arbitrario due volte nel 2022.

Le associazioni sostengono che più di 118.000 persone abbiano subito espropriazioni totali o parziali delle loro terre a causa dei due progetti di TotalEnergies. Pertanto, richiedono che l’azienda sia obbligata a risarcire le persone colpite per i danni subiti, soprattutto per quanto riguarda i diritti di proprietà e l’accesso al cibo.

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