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Nuovo attacco Houthi a nave cargo, Maersk dirotta le navi

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Nuovo dietrofront per le navi commerciali che passano attraverso il mar Rosso, una rotta fondamentale soprattutto per i traffici di materie prime tra Asia e Europa. Dopo un dialogo internazionale sulle forze di intervento che avrebbero dovuto mettere al sicuro le spedizioni attraverso il canale di Suez, la settimana scorsa Maersk aveva deciso di riprendere la navigazione per il mar Rosso. Ma malgrado tutti gli sforzi per garantire la sicurezza dei traffici, un nuovo attacco Houthis con missili, droni e barche oggi ha colpito una nave di Maersk. L’imbarcazione è stata assaltata pur non avendo alcun legame con Israele, dimostrando ancora una volta che gli attacchi del gruppo di ribelli sono indiscriminati.

Fortunatamente tutti i membri dell’equipaggio sono sopravvissuti e stanno bene. La nave è rimasta in condizioni manovrabili e sufficienti per garantire la sicurezza della navigazione, che è continuata verso il porto di Suez più a nord. L’attacco è avvenuto nel pomeriggio, a 55 miglia nautiche dalla costa dello Yemen, e un missile ha effettivamente danneggiato la nave. Come risultato degli eventi di oggi, Maersk ha deciso che per almeno 48 ore tutte le navi che avrebbero dovuto transitare attraverso il canale di Suez non lo faranno: rimarranno in attesa di ordini, oppure proseguiranno la loro navigazione attraverso l’Africa e circumnavigando il Capo di Buona Speranza.

Il canale di Suez è ancora in uno stato non sicuro

Riprende il traffico per Capo di Buona Speranza

Maersk è la più grande società di spedizioni marittime al mondo, e come tale ha un peso estremamente alto sulla scena mondiale delle navi cargo. Dopo gli eventi di oggi, che hanno dimostrato come non sia ancora sicuro per le imbarcazioni commerciali avventurarsi attraverso il mar Rosso, anche altre grandi società stanno pensando di seguire lo stesso esempio. Questo anche considerando che, proprio mentre la nave di Maersk stava facendo i conti con il suo attacco, più a nord una nave militare americana ha abbattuto due missili balistici lanciati dai ribelli Houthi. Il conflitto sembra stare andando verso un’escalation, anziché verso un contenimento.

Questa situazione di incertezza va ormai avanti da tempo, e oggi il Ministro degli Esteri del Regno Unito ha preso contatti con l’Iran per chiedere la fine immediata del supporto iraniano ai ribelli Houthi. Teheran è stata una grande supporter e finanziatrice dei ribelli nel corso di questi anni, e gli Houthis devono alle forniture iraniane la capacità di fuoco con cui stanno ora attaccando le navi cargo del Mar Rosso. Se l’Iran dovesse continuare a manifestare sostegno per i ribelli, le ripercussioni potrebbero uscire dai confini dello Yemen e addirittura intrecciarsi con quel che sta accadendo in Israele.

I costi per ogni container salgono di 500$ in media se si passa per il giro intorno all’Africa

Preoccupazioni nel mercato delle commodities

Gli ultimi giorni erano stati segnati da un clima di distensione, con la prospettiva che gradualmente le cose sarebbero tornare alla normalità. Il prezzo del petrolio e del gas naturale avevano continuato a scendere, ma ora le tensioni geopolitiche -che riguardano anche un eventuale allargamento del conflitto verso l’Iran- sono diventate molto forti. Il canale di Suez è una rotta commerciale essenziale per l’Europa, attraverso la quale passa gran parte delle importazioni di materie prime dall’Asia. Per quanto il canale in sé rimanga praticabile, senza poter passare per il mar Rosso le navi cargo non hanno la possibilità di accedervi. Ecco perché Francia, Regno Unito e Stati Uniti sono già all’opera con le loro navi per neutralizzare le minacce degli Houthis.

Per avere un’idea più chiara di quanto sia rilevante questo crocevia marittimo, è sufficiente pensare che attraverso il canale di Suez passa il 22% delle lamine di acciaio che vengono lavorate in Europa, il 47,5% del tè e addirittura il 51% del riso e oltre il 58% dell’olio di palma importati dai paesi dell’Unione. Nel momento in cui si blocca questa rotta, in Europa il prezzo di tutte queste materie prime diventa rapidamente più caro.

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