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Nuovo round di negoziati sull’energia rinnovabile dell’UE
Secondo quanto è stato riportato sabato 10 giugno dall’agenzia di stampa britannica Reuters, i Paesi membri dell’Unione Europea si stanno preparando a riproporre la discussione sulla nuova legislazione relativa agli obiettivi per le energie rinnovabili, dopo che il dibattito si era arenato a causa delle preoccupazioni sollevate dalla Francia e da altri Stati, che ritenevano che la legge non desse abbastanza spazio all’energia nucleare.
Lo scorso mese, infatti, un gruppo di Paesi, tra cui la Francia, ha presentato all’ultimo minuto un’opposizione alla proposta di legge dell’intesa che mirava a fissare obiettivi più ambiziosi per l’energia rinnovabile, mettendo così in pausa uno degli elementi centrali del piano dell’Unione per affrontare il cambiamento climatico.
Si cerca una soluzione all’impasse dopo il contrasto sul nucleare
Secondo quanto riportato nell’agenda pubblicata venerdì sera, i diplomatici degli Stati membri dell’UE cercheranno di approvare la legge nella riunione della prossima settimana.
I negoziatori del Parlamento e del Consiglio europei, che rappresentano i membri dell’Unione, avevano, infatti, concordato che i 27 Paesi dell’intesa avrebbero dovuto procurarsi il 42,5% della loro energia da fonti rinnovabili come l’eolico e il solare, con un potenziale aumento fino al 45%. In particolare, il settore dei trasporti avrebbe dovuto aumentare dell’1,6% ogni anno l’uso delle energie rinnovabili, con il 42% dell’idrogeno utilizzato derivante da fonti rinnovabili entro il 2030 e il 60% entro il 2035. Inoltre, la direttiva fissava obiettivi per gli edifici e cercava di accelerare le procedure di autorizzazione per i progetti di energia rinnovabile.
Per raggiungere questi obiettivi sarebbe stato necessario un massiccio investimento in parchi eolici e solari, un aumento della produzione di gas rinnovabili e il potenziamento delle reti energetiche europee per integrare sempre più energia pulita.
L’accordo negoziato quest’anno prevedeva anche alcuni compromessi, tra cui obiettivi meno stringenti per il settore dell’industria in Paesi che hanno già ridotto l’uso dei combustibili fossili grazie all’energia nucleare.
Tuttavia, la Francia ha evidenziato che le nuove norme escludono ancora l’idrogeno a basso impatto di carbonio prodotto dall’elettricità nucleare e ha richiesto modifiche alla legge per garantire un trattamento più favorevole all’energia nucleare, sostenendo che l’accordo finale metterebbe in svantaggio Paesi che hanno una quota considerevole di energia nucleare nel loro mix energetico, come la stessa Francia. L’energia nucleare è a basso impatto di carbonio, ma non può essere considerata una fonte di energia rinnovabile.
Al fine di raggiungere un accordo, quindi, alcune fonti diplomatiche hanno rivelato che l’Unione Europea sta considerando l’opzione di fornire una dichiarazione che accompagni la legge finale, riconoscendo le sfide che questa situazione rappresenta per alcuni Stati.
Questa soluzione eviterebbe di rimettere in discussione l’accordo già raggiunto tra i Paesi membri del blocco e i legislatori all’inizio di quest’anno, una situazione che la Commissione europea e altri Paesi preferirebbero evitare.
D’altra parte, questa decisione potrebbe non ottenere il sostegno dei gruppi ambientalisti, che nei mesi scorsi hanno avviato un’azione legale contro la Commissione Europea, accusata per la decisione di includere il gas naturale e l’energia nucleare in un elenco di attività sostenibili.
Al momento, il Ministero dell’Energia francese non ha ancora risposto a una richiesta di commento sulla questione. Il ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire, ha dichiarato che la Francia non rinuncerà ai vantaggi competitivi legati all’energia nucleare, sottolineando che ogni Paese dell’UE ha il diritto di scegliere la propria combinazione energetica.
Altri Stati membri dell’Unione favorevoli all’energia nucleare, come Bulgaria, Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca, hanno anche segnalato che non sosterranno la proposta di legge sull’energia rinnovabile, citando diverse preoccupazioni, tra cui l’alto livello degli obiettivi stabiliti. Insieme, questi Paesi hanno abbastanza voti per bloccare l’adozione della legge, anche se è insolito che gli Stati membri rifiutino accordi già concordati sulle leggi dell’intesa, dopo mesi di negoziati.
Allo stesso tempo, Stati come la Germania e il Lussemburgo, entrambi contrari all’energia nucleare, oltre alla Danimarca e all’Irlanda, hanno sollecitato l’Unione Europea a risolvere rapidamente la controversia, avvertendo che il ritardo mette a rischio gli investimenti nell’energia rinnovabile.