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OECD avvisa: prepararsi a un boom dei bond governativi

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Nuovi dati dell’OECD, l’organizzazione mondiale per lo sviluppo e la collaborazione economica, indicano che il 2024 vedrà un aumento repentino nelle emissioni di bond governativi e nella crescita del debito pubblico. Questo sarebbe dovuto a diversi fattori, tra cui il fatto che alcune nazioni emergenti stanno tornando a emettere bond dopo un periodo complicato nel post-pandemia e un appetito maggiore dei mercati anche per le obbligazioni ad alto rischio. L’organizzazione indica che oltre il 50% nell’espansione del debito pubblico e delle emissioni di bond del Tesoro, durante il 2024, dovrebbe provenire dagli Stati Uniti. Con tassi d’interesse elevati e una politica d’intervento sempre più ridotta da parte delle banche centrali, questo potrebbe portare anche a un aumento dei downgrade e dell’incertezza per le banche private.

La pubblicazione dell’OECD è proprio intesa come un monito, che invita tanto i governi quanto le società private a fare delle proiezioni sui rischi che potrebbero verificarsi nel caso di un aumento importante dei livelli di debito pubblico all’interno dell’economia mondiale. Secondo i dati dell’organizzazione, già oggi il rapporto debito-PIL dei paesi OECD è aumentato del 30% rispetto ai livelli del 2008. Invece la quantità totale di debito corporate è aumentata di quasi il 50%, passando da $21 triliardi a $34 triliardi. Un aumento che al momento non preoccupa gli analisti, ma che indubbiamente espone i mercati finanziari a rischi maggiori in caso di una svalutazione forte del mercato dei bond.

La situazione è delicata soprattutto per le economie emergenti

Le previsioni per il 2024

Come rimarcato dall’OECD, gran parte dell’aumento della quantità di debito pubblico dal 2008 a oggi è stata assorbita dalle banche centrali, che sono state molto attive nel comprare bond governativi e assicurare ai governi la disponibilità di risorse. Un trend che però, fa notare l’organizzazione, si è ridotto di molto da quando i tassi d’interesse hanno iniziato ad aumentare. Nel frattempo in molte aree del mondo, tra cui l’Unione Europea, si stanno toccando livelli record di emissioni di obbligazioni in questi primi mesi dell’anno. Di conseguenza una quantità senza precedenti di obbligazioni dovrà essere assorbita direttamente dal settore privato.

Il debito pubblico dei paesi OECD, nel frattempo, continua ad aumentare. Il rapporto debito-PIL è arrivato all’83% facendo una media di tutte le 100+ nazioni che fanno parte dell’organizzazione, con un totale di $56 triliardi di obbligazioni in circolazione; nel 2024 si prevede un ulteriore aumento di $2 triliardi. Questi $2 triliardi verranno però emessi in condizioni molto particolari, cioè proprio mentre molte banche centrali lasciano i loro tassi d’interesse su livelli che non venivano raggiunti da molti anni -o come nel caso della BCE, che non erano mai stati raggiunti prima-.

Il grafico proposto dall’OECD sui trend del mondo obbligazionario

L’OECD mette in guardia sui rischi

Il contesto attuale porta con sé dei rischi concreti secondo l’OECD, sia per i governi che per le aziende private. Tanto per cominciare perché il costo di finanziamento per i governi è aumentato dal 1% medio del 2021, al 4% medio di oggi. Questo significa dover riconoscere interessi record, specialmente per i paesi emergenti che pagano un premio per il rischio più alto e che in molti casi non sono ancora tornati a emettere obbligazioni dai tempi della pandemia. Le economie più deboli sono proprio quelle che potrebbero pagare il prezzo più caro per la situazione odierna.

Per il settore finanziario il problema è anche che la qualità del debito sta diminuendo in maniera significativa: crescita ridotta e indebitamento maggiore implicano che una quantità sempre maggiore di bond governativi sia indicato come junk bonds dalle agenzie di rating. Lo stesso vale anche nel mercato dei corporate bonds, dove l’OECD indica che il 53% di tutte le obbligazioni emesse ha un rating BBB, una percentuale raddoppiata tra il 2000 e oggi.

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