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Oro: Londra vuole un database mondiale dei lingotti
La London Bullion Markets Association (LMBA), l’associazione che gestisce il mercato più grande al mondo per l’oro, ha iniziato a raccogliere proposte per la creazione di un database mondiale con cui raccogliere tutti i dati sui lingotti in esistenza e scambiabili presso la LMBA. L’obiettivo sarebbe quello di aumentare la trasparenza del mercato, evitando che i lingotti d’oro possano essere utilizzati come strumento per evadere le sanzioni internazionali o per trasferimenti illeciti di ricchezza. Il nuovo database garantirebbe che i lingotti scambiati presso la LMBA siano stati ottenuti in modo responsabile dai loro proprietari, soprattutto considerando la situazione attuale del mercato dopo la messa al bando dell’oro proveniente dalla Russia.
Ruth Crowell, CEO della LMBA, ha indicato che la nuova piattaforma dovrà essere in grado di tracciare vari aspetti dell’oro commercializzato a Londra: fonderia di produzione, cassaforte di custodia, paese di origine e rispetto, tra le altre norme sulla produzione, degli standard etici e ambientali che la LMBA impone.
Un bene “anti-sanzioni”, ma non troppo
I lingotti d’oro scambiati presso la LMBA riportano data e luogo di origine. Attualmente le regole inglesi, poi adottate anche dall’Unione Europea, dagli USA e dal Giappone, prevedono che non si possano scambiare presso i mercati bullion locali i lingotti originari della Russia e prodotti a partire da marzo 2022. La LMBA ha già lavorato su un database provvisorio di lingotti detenuti dalle banche e dai fondi d’investimento inglesi, in modo da censire i lingotti russi e assicurarsi che non vengano scambiati presso le proprie sedi. L’oro è visto, addirittura anche da molte banche centrali, come un bene in grado di aggirare le sanzioni internazionali.
L’obiettivo della LMBA sarebbe quello di rendere più difficile usare l’oro come metodo di pagamento non tracciabile, per l’appunto grazie a un registro pubblico in cui sarebbe possibile marcare come non accettabili tutti i lingotti di origine sanzionata. Ovviamente questo avrebbe effetto soltanto sul mercato di Londra controllato dalla LMBA: si tratta della piazza più liquida al mondo per gli scambi di oro, ma di certo non l’unica. La sensazione di molti esperti è che questa regola possa facilmente essere aggirata, soprattutto grazie all’intermediazione di altre piazze finanziarie.
Dubai accetta di buon grado
Da quando Londra ha iniziato a non accettare i lingotti russi, le esportazioni di oro dalla Russia hanno iniziato a dirigersi sempre di più verso gli Emirati Arabi. Tra il 24 febbraio 2022 e il 3 marzo 2023, secondo i dati ufficiali delle dogane russe, sono stati esportate verso gli Emirati ben 75.7 tonnellate di oro russo; per fare un confronto, durante il 2021 erano state esportate appena 1.3 tonnellate di oro dalla Russia agli Emirati Arabi. Cina e Turchia sono state, con 20 tonnellate ciascuna, le altre due piazze internazionali preferite dai venditori russi in cerca di una vendita in dollari americani.
Attualmente queste nazioni non prevedono alcun tipo di sanzione sulle importazioni di oro russo. Qui i lingotti possono anche essere fusi nuovamente dalle fonderie locali, generando un prodotto effettivamente molto difficile da tracciare. Gli Stati Uniti hanno minacciato gli Emirati e la Turchia che fare affari con l’oro russo potrebbe far perdere loro il diritto di fare affari con le nazioni del G7, ma fino a questo momento non sembra che ci siano state ripercussioni di alcun genere. Anche se la LMBA dovesse effettivamente creare un database globale per il tracking dei lingotti d’oro, non sarebbe garantito che questo sistema riesca effettivamente ad arginare la commercializzazione di lingotti provenienti da nazioni sanzionate.