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Orsted batte le attese nei dati del Q1 2024: fiducia per la ripresa del comparto eolico

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Dopo tutte le difficoltà del 2023, sembra finalmente che il settore eolico sia pronto per una ripresa. Per lo meno lo fanno presagire i dati trimestrali che stanno venendo pubblicati dalle società del settore, a partire dal colosso danese Orsted che ha tenuto ieri la conferenza trimestrale con i suoi azionisti. Come ci si aspettava, il nuovo anno si è aperto su una nota positiva: gli incentivi offerti dagli appalti pubblici sono aumentati, la burocrazia è stata semplificata a livello europeo per velocizzare la transizione energetica e al tempo stesso gli appalti che non sono stati aggiudicati negli scorsi anni stanno ritornando in versione aggiornata.

Orsted ha visto aumentare i ricavi rispetto allo scorso anno, ha confermato un miglioramento delle stime per i risultati previsti nel 2024 e ha confermato fiducia nella nuova leadership. Il gruppo è stato bersagliato da un’ondata di notizie negative nel 2023: la crisi del settore che ha colpito tutte le grandi società legate all’eolico, stralci miliardari al valore dei progetti nei bilanci, sospensione del dividendo trimestrale e le dimissioni di una buona parte del management. Il fatto che la società sia riuscita a chiudere su una nota positiva i primi tre mesi del 2024 è molto più di quanto i mercati si sarebbero attesi, e si spera che tutto il comparto stia vivendo lo stesso momento di grazia.

Tutte le principali società di pale eoliche si aspettano di tornare a generare profitti nel 2024

I risultati di Orsted danno fiducia a tutto il comparto

Il CEO Mad Nipper ha fatto notare che il quadro per i produttori di turbine eoliche è in miglioramento, al punto che l’EBITDA del gruppo è cresciuto del 8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. I profitti sono stati leggermente superiori alle attese, soprattutto grazie a una performance molto positiva dei parchi eolici offshore: gli utili legati a questa unità sono aumentati del 18% rispetto allo scorso anno, soprattutto grazie allo sviluppo di due nuovi grandi progetti a New York e Taiwan. Ormai è diventato evidente che il pessimismo dello scorso autunno sia passato, al punto che le azioni Orsted hanno messo a segno una performance del +60% tra ottobre e oggi.

Il grande slancio per l’eolico dovrebbe arrivare in concomitanza ai tagli ai tassi d’interesse attesi dalla BCE e dalla Fed nel corso dei prossimi mesi. I tassi centrali hanno un peso molto elevato sui costi di finanziamento di un nuovo parco eolico, cosa che congiuntamente alla corsa dell’inflazione nel corso degli ultimi anni ha fatto contrarre drasticamente i margini dei produttori di turbine eoliche. Nel frattempo, gli incentivi pubblici e i sistemi di garanzia di prezzi delle aste hanno fatto fatica ad adattarsi. Ora lo scenario è decisamente meno grigio, e i produttori europei potrebbero approfittarne particolarmente grazie alle nuove misure di protezionismo per arginare le importazioni di turbine eoliche prodotte in Cina.

La corsa verso i target climatici 2030 sta spingendo a rialzo la domanda di energia eolica in tutto il mondo

Grande fermento nel settore

Uscendo dai dati trimestrali di Orsted per guardare più in generale al settore delle turbine eoliche, le notizie positive sono diverse. In Australia, il governo ha deciso di accelerare molto sullo sviluppo dei parchi eolici per aumentare la produzione di energia da fonti rinnovabili; negli Stati Uniti si lavora per portare alla ribalta i parchi eolici offshore galleggianti, di cui recentemente è stato annunciato un prototipo anche in Sicilia, mentre la Francia ha promesso proprio questa settimana di dimezzare i tempi necessari per approvare burocraticamente la costruzione dei nuovi parchi eolici. L’invasione dell’Ucraina e i crescenti problemi geopolitici portano i paesi a voler ridurre la loro dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili, mettendo le basi per un aumento della domanda di turbine eoliche.

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