Forex News
Pakistan, nuovo record per il tasso di inflazione al 38%
Il Pakistan continua a lottare con il rischio di default, con il tasso di inflazione che tocca un nuovo record storico al 38% annuo. La nazione ha iniziato a monitorare l’indice dei prezzi al consumo nel 1954, e da quel momento ha sempre avuto un tasso di inflazione relativamente stabile. Soprattutto se comparata con altre economie emergenti di dimensioni simili, quella pakistana ha avuto una storia di politica monetaria meno turbolenta. Oggi però il governo si trova a lottare contro la bancarotta, mentre la banca centrale non ha più dollari per difendere il valore della valuta nazionale.
Banca centrale che nel frattempo cerca di reagire aumentando i tassi di interesse, ma senza grandi risultati. Il tasso annuo rimane al di sotto dell’inflazione e le imprese cercano di convertire più denaro possibile in dollari americani per evitare di perdere competitività sui mercati internazionali. La situazione è così difficile che anche il Fondo Monetario Internazionale e la World Bank non sembrano intenzionati ad agire, dal momento che è improbabile pensare che il Pakistan possa riuscire a restituire qualunque tipo di prestito sufficientemente grande da permettere di evitare il default.
Difficile uscire dalla crisi attuale
Il motivo principale per cui il tasso di inflazione pakistano è così alto rimane il valore in caduta libera della valuta nazionale. Dal momento che la banca centrale non ha riserve di dollari sufficienti a sostenere l’indebitamento internazionale nel medio-lungo termine, si teme che la nazione possa dichiarare default. Nel frattempo, la situazione internazionale non aiuta. Ovunque nel mondo si sta riscontrando un tasso di inflazione notevole sui generi alimentari, il che significa prezzi più alti per le importazioni di beni essenziali con cui sfamare la popolazione.
La situazione ricorda molto da vicino quella attraversata due anni fa dallo Sri Lanka. Ora è il Pakistan ad avere il tasso di inflazione più alto d’Asia, mentre l’economia srilankese sta rimarginando le sue ferite poco per volta e vede la pressione sui prezzi scendere di oltre il 10% tra aprile e maggio. Nel frattempo, il Pakistan sta affrontando anche una situazione di forte incertezza politica che di certo non aiuta a migliorare la fiducia degli investitori internazionali. Sarà interessante scoprire se nel corso dei prossimi mesi la nazione riuscirà quantomeno a risolvere questo problema e a fare un primo passo verso la soluzione di questa delicata situazione.
Si legalizza il baratto per aggirare le sanzioni
L’ultima risorsa pensata dal governo pakistano è quella di tornare al baratto. Quantomeno per il commercio internazionale con Russia, Iran e Afghanistan, con l’obiettivo di aggirare le sanzioni statunitensi. Questi partner commerciali potrebbero quantomeno fornire all’economia pakistana delle forniture di petrolio, di cui il Pakistan è un netto importatore. Visto che comunque le riserve di dollari non sarebbero sufficienti per coprire molti mesi di importazioni, non ci sono tante alternative per riuscire a garantirsi degli approvvigionamenti. Visti i tanti problemi con le monete fiat, il Pakistan si rivolge ora agli scambi di merci.
La nuova legge pakistana prevede un elenco di 26 materie prime su cui sono autorizzate le operazioni internazionali sotto forma di baratto. Con le riserve Forex che sono scese nell’ultima rilevazione ad appena $4 miliardi, questa potrebbe essere -quantomeno nel breve termine- una delle maniere per arginare tanto le sanzioni americane quanto la mancanza di dollari. In cambio di queste materie prime esportabili con il baratto, le aziende potranno chiedere pagamenti in petrolio, gas naturale, fertilizzanti e alcune materie prime agricole. Difficile dire quale potrà essere l’impatto sui risultati delle imprese, ma è probabile che importando prodotti sanzionati in altre nazioni il Pakistan riesca a ottenere dei prezzi più bassi rispetto a quelli dei mercati internazionali.