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Parigi punta a ospitare le Olimpiadi più sostenibili di sempre: ecco come si sta preparando
Macron ha promesso che le Olimpiadi di Parigi saranno le più sostenibili di sempre, e con poche settimane restanti prima della cerimonia di apertura sono già iniziate le analisi sul tema. Considerando che si parla della città che ha dato i natali all’Accordo di Parigi, le attese sono estremamente alte. Altrettanto alti sono gli investimenti che il paese sta facendo per fare in modo che queste non vadano deluse, ma malgrado ciò le critiche degli ambientalisti con accuse di greenwashing sono già cominciate. Le iniziative francesi saranno anche di spunto per Los Angeles, che ospiterà la prossima edizione delle Olimpiadi estive nel 2028.
Purtroppo è già stato anticipato che sarà impossibile arrivare al net zero, cioè alla totale neutralità climatica. Al tempo stesso il governo ritiene che sia possibile dimezzare le emissioni rispetto alle Olimpiadi di Rio de Janeiro e a quelle di Tokyo, un passo avanti già molto importante verso la sostenibilità di questo evento sempre più grande. Con l’inclusione di nuovi sport nell’ultima edizione, come lo skateboard e il surf, il numero di atleti, di spettatori e di eventi da tenere in considerazione nel conteggio delle emissioni è mastodontico.
Come Parigi si sta preparando
Alcune delle decisioni prese dal governo francese seguono le linee guida più semplici per limitare l’impatto ambientale delle Olimpiadi. Un esempio è il fatto di voler alimentare il 100% degli eventi con energia rinnovabile, minimizzando l’utilizzo di generatori a diesel e altre fonti provvisorie di energia che hanno trovato largo impiego nelle edizioni passate. La città ha anche costruito oltre 2.000 chilometri di nuove strade ciclabili e ha investito su autobus elettrici e a idrogeno, in modo da contenere il più possibile le emissioni legate al trasporto dei turisti che si riverseranno a milioni nella capitale francese. La scelta più impattante sul fronte delle emissioni rimane quella di limitare quasi a zero la costruzione di nuove arene, riadattando piuttosto quelle già esistenti.
Ci sono anche delle scelte più innovative che la città sta prendendo. Una di queste è prendere in considerazione le emissioni legate alla filiera alimentare, che possono crescere esponenzialmente quando una città ospita un evento di queste dimensioni. Gli organizzatori si sono impegnati a fare in modo che l’80% degli ingredienti utilizzati nella preparazione dei pasti provengano da produttori locali, in modo da tagliare le emissioni connesse al trasporto, e a puntare sugli ingredienti plant-based: oltre il 60% dei pasti sarà a base di ingredienti vegetali, considerati più sostenibili rispetto alle proteine di origine animale. Con il recente downgrade del debito francese dovuto proprio alle spese eccessive che il paese sta sostenendo ultimamente, la speranza è che quantomeno le Olimpiadi siano un successo mediatico e climatico.
Già iniziate le accuse di greenwashing
Alcune delle scelte prese dall’organizzazione dei giochi olimpici sono state molto poco popolari. Una di queste è quella di organizzare gli eventi legati al surf a Tahiti, distante 16.000 chilometri dalla capitale francese. L’isola teme che l’afflusso di turisti e di materiale mediatico possa danneggiare l’equilibrio precario della barriera corallina, che già da anni si sta ritirando. Inoltre le organizzazioni ambientaliste fanno notare che alimentare il 100% dei giochi olimpici con energia rinnovabile significa semplicemente avere meno energia pulita per il resto dei consumi francesi, di fatto creando un gioco a somma zero nell’inquinamento prodotto. In ogni caso è troppo presto per poter trarre delle conclusioni, e i numeri concreti sulle emissioni saranno disponibili solo dopo le Olimpiadi.