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Per la banca centrale olandese, l’inflazione è preoccupante

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La banca centrale olandese (De Nederlandsche Bank, DNB) commenta con parole poco incoraggianti il tasso di inflazione, che uno dei suoi massimi esponenti ha definito “preoccupante”. Olaf Sleijpen, membro del board dei governatori della banca centrale olandese, si è espresso a questo proposito durante un intervento in Parlamento di fronte ai membri della Camera dei Deputati. Dichiarazioni supportate da dati e numeri, che dimostrano come combattere il tasso di inflazione sia ancora una priorità e una sfida difficile da vincere.

Sleijpen ha sottolineato che il calo nell’indice dei prezzi al consumo sia dovuto soprattutto al calo dei prezzi dei beni energetici. Petrolio, gas naturale e diesel hanno conosciuto dei rincari molto forti nel corso dell’inverno, che hanno trainato a rialzo tutto il paniere su cui viene calcolata l’inflazione. Ora, con il calo dei prezzi dei combustibili fossili, anche il tasso di inflazione sta scendendo: il calo è però soltanto dovuto a questa categoria di prodotti e servizi, mentre il membro del board della banca centrale fa notare che la pressione sui prezzi in tutti gli altri settori continua a essere alta quanto lo era in inverno.

Ci si aspetta che i tassi centrali della BCE aumentino ancora nei prossimi mesi

Per Sleijpen, le buone notizie sono poche

Durante l’udienza parlamentare, Sleijpen ha cercato di sostenere le sue parole utilizzando delle spiegazioni pratiche e numeriche. Un riferimento molto interessante è quello ai tassi di interesse pagati dal Tesoro olandese sulle obbligazioni emesse. Il tasso era ancora in territorio negativo alla fine del 2021, mentre ora è arrivato al 2.9% annuo sui bond decennali. Il membro del direttivo della banca centrale ha rimarcato come questo tasso sia ancora piuttosto basso, malgrado gli aumenti dei tassi centrali della BCE siano stati molto rapidi. Questo indicherebbe che i passi fatti dalla Banca Centrale Europea, per quanto nella direzione giusta, non siano ancora abbastanza.

L’unica nota incoraggiante nel discorso di Sleijpen ha riguardato la stabilità del settore bancario, evidenziata dal fatto che i tassi in rialzo non abbiano portato a crisi bancarie all’interno dell’Unione Europea. Se il caso Credit Suisse sta costringendo la Svizzera a rivedere le proprie leggi sul mondo del credito, esattamente come sta avvenendo negli Stati Uniti dopo Silicon Valley Bank, all’interno dell’Eurozona non si sono verificate situazioni di questo genere. Sleijpen fa anche notare, con riferimento agli Stati Uniti, il fatto positivo che il panico non si sia esteso a tutte le categorie di strumenti finanziari.

Infografica ufficiale della BCE sull’inflazione legata a olio e grassi alimentari

Tesi condivisa da Christine Lagarde

Pressoché in contemporanea con la consultazione parlamentare in Olanda, Christine Lagarde ha parlato ai microfoni del Nikkei. Anche in questo caso il tema centrale è stato quello dell’inflazione, con commenti che hanno chiaramente lasciato pensare che la BCE continuerà a rialzare i tassi di interesse nelle prossime decisioni sulla politica monetaria. La Presidente della Banca Centrale Europea ha rimarcato l’esistenza di fattori di incertezza che fanno pensare a un rischio di inflazione in aumento nei prossimi mesi.

Tra questi fattori di incertezza, Lagarde ha insistito soprattutto sui salari in aumento. Quando gli stipendi crescono all’interno di un’economia, questa è un’indicazione del fatto che l’inflazione sta diventando sistemica. I lavoratori cercano di recuperare parte del potere d’acquisto perso con gli aumenti di salario, ma inevitabilmente quando questo fenomeno si diffonde porta a un ulteriore aumento dei prezzi al consumo. In questo modo si complica la sfida di ridurre il tasso di inflazione, un fattore su cui la banca centrale si sta trovando a riflettere quotidianamente in questi mesi.

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