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Petrolio, il Kuwait diminuisce ulteriormente le esportazioni

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La richiesta di petrolio greggio in Asia si sta intensificando poiché il Kuwait sta ampliando notevolmente la sua raffineria di nuova costruzione e sta riducendo le esportazioni al fine di dirottare l’approvvigionamento verso la nuova struttura. Questo sviluppo si aggiunge alle riduzioni già attuate dai principali produttori del Medio Oriente nel gruppo OPEC+, che stanno ulteriormente limitando l’offerta di petrolio greggio.

Tali tagli si aggiungono a quelli già attuati dall’OPEC.

I dati sulle esportazioni

Tra gennaio e luglio, le spedizioni di petrolio greggio provenienti dal Kuwait hanno subito una contrazione significativa del 10%, scendendo a 1,61 milioni di barili al giorno (bpd) rispetto allo stesso periodo nel 2022. Questo declino è stato innescato dal progressivo aumento dell’operatività della raffineria di Al Zour, come indicato dai dati forniti da Kpler.

Nel corso degli stessi mesi, le esportazioni verso destinazioni come Taiwan, Cina e India hanno subito una flessione ancor più marcata, superiore al 17%. Inoltre, si è registrata una riduzione a zero dei volumi di spedizione verso nazioni come Pakistan, Filippine e Thailandia, come confermato dai dati.

Per quanto concerne la seconda metà dell’anno, il Kuwait prevede di ridurre le sue esportazioni di petrolio fino a 300.000 bpd, corrispondente a un calo del 18% rispetto alla prima metà dell’anno. Non a caso, nel mese di luglio, l’unità di distillazione del petrolio greggio (CDU) di Al Zour ha raggiunto la sua terza e ultima fase operativa. I dettagli emergono dalle analisi condotte da diverse società di consulenza, tra cui FGE, Energy Aspects, Rystad Energy e S&P Global Commodity Insights.

Inoltre, è previsto che la raffineria congiunta di Duqm, in Oman, con una capacità produttiva di 230.000 bpd, inizierà le sue operazioni entro la fine del 2023. Ciò potrebbe ulteriormente ridurre le esportazioni di petrolio greggio del Kuwait, causando una diminuzione stimata tra 100.000 e 200.000 bpd nel 2024, secondo le stesse fonti consulenziali.

È importante notare che la Kuwait Petroleum Corp (KPC) ha comunicato agli acquirenti che i volumi di spedizione potrebbero subire fluttuazioni mensili e potrebbero essere ulteriormente ridotti quando l’impianto di Al Zour raggiungerà la piena capacità operativa. Tuttavia, la KPC non ha risposto alla richiesta di commento da parte di Reuters.

L’Arabia Saudita ha notevolmente tagliato la produzione di petrolio nell’ultimo anno

Corsa contro il tempo per i raffinatori asiatici

A causa della diminuzione delle forniture di petrolio greggio ricco di solfuro provenienti dal Kuwait, i raffinatori asiatici si trovano ora in una corsa contro il tempo per garantirsi ulteriori quantità di questo tipo di petrolio. Tuttavia, anche l’Arabia Saudita e l’Iraq, due tra i principali produttori di petrolio greggio ricco di solfuro, stanno riducendo la loro produzione. Questa situazione ha reso questo mercato uno dei settori più dinamici e strategici nell’ambito dell’industria petrolifera quest’anno, ma ha anche messo a dura prova la redditività dei raffinatori asiatici.

La recente relazione mensile sul mercato petrolifero dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) evidenzia che i tagli alla produzione stanno avendo un forte impatto sul mercato del petrolio greggio. Un fenomeno particolare è emerso con il petrolio greggio di Dubai che, è ora scambiato a un prezzo superiore rispetto al Brent..

L’inversione di questa tendenza, con il differenziale di prezzo tra il Brent Crude e il petrolio greggio di Dubai che si è trasformato da premio a sconto, rappresenta un mutamento significativo nei consueti schemi di mercato. Questa trasformazione potrebbe influenzare i flussi globali di petrolio e potrebbe spingere i barili legati al Brent a trovare una maggiore appetibilità nei mercati asiatici.

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