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Petrolio, la Russia vuole tagliare i sussidi alle raffinerie

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Secondo due fonti anonime citate da Bloomberg, il governo russo sta valutando la possibilità di ridurre i sussidi alle raffinerie di petrolio nazionali per limitare la spesa a causa della costosa guerra in Ucraina. L’anno scorso, lo Stato russo ha speso 2,17 trilioni di rubli per compensare le raffinerie per la differenza tra il prezzo di base dei carburanti domestici e il loro valore teorico se esportati in Europa.

Nel primo trimestre del 2023, le aziende hanno ricevuto più di 253 miliardi di rubli. Tuttavia, in vista del secondo anno di guerra in Ucraina e del conseguente aumento della pressione sul bilancio russo, il governo di Mosca sta considerando di aumentare fino al 50% il prezzo di base della benzina e del diesel nelle formule di sussidio.

Questa mossa potrebbe ridurre i sussidi futuri o, in alternativa, portare alla situazione in cui le raffinerie dovrebbero versare soldi al bilancio se il prezzo di base del carburante superasse il valore di esportazione europeo.

L’anno scorso la Russia ha pagato circa 2,17 trilioni di rubli alle compagnie petrolifere.

Le due opzioni

Il governo russo sta nuovamente cercando di ottenere finanziamenti dall’industria petrolifera, esplorando diverse opzioni per aumentare le entrate del bilancio e finanziare la guerra in Ucraina.

In particolare, si sta valutando la modifica della formula utilizzata per calcolare il compenso delle raffinerie russe per la fornitura di benzina e diesel sul mercato interno. Nel 2022 questa somma ammontava a 2,17 trilioni di rubli, un importo significativo per un paese che deve affrontare massicce spese militari.

Per ridurre questi sussidi, si sta valutando la possibilità di sganciare l’Urals dal Brent o di aumentare il prezzo base del carburante utilizzato nei calcoli fino al 50%. In alternativa, si sta considerando l’introduzione di una tassa straordinaria sulle entrate improvvise delle compagnie petrolifere. Le fonti hanno precisato che non è stata ancora presa una decisione definitiva su nessuna delle opzioni.

La guerra in Ucraina sta incidendo pesantemente sulle finanze russe.

La difficile situazione dell’economia russa

Da quando il Cremlino ha avviato la guerra in Ucraina, le finanze pubbliche della Russia si sono deteriorate rapidamente. Il divieto dell’UE sull’acquisto della maggior parte del petrolio e dei prodotti petroliferi russi, insieme al price cap del G-7, ha ridotto il prezzo del petrolio, una fonte chiave di entrate per il bilancio nazionale. Non è un caso che l’India nell’ultimo anno ha aumentato esponenzialmente l’acquisto di petrolio russo rispetto agli anni precedenti.

Contemporaneamente, la spesa per la difesa militare e nazionale è aumentata ed è attualmente seconda solo ai programmi sociali del governo come proporzione del bilancio.

A conferma della difficile situazione, questa settimana, il Vice Primo Ministro russo Alexander Novak e il Vice Ministro delle Finanze Alexei Sazanov hanno confermato che i ministeri stavano discutendo di modifiche alle formule di sussidi per i carburanti, senza fornire ulteriori dettagli mentre le trattative sono in corso.

Mercoledì, Tass ha riferito che il governo prenderà una decisione finale sulla questione nella prossima settimana o subito dopo la festività pubblica dell’inizio di maggio, citando Sazanov. Dopo che il governo prenderà la decisione, presenterà le modifiche al parlamento, ha aggiunto Novak martedì, sempre secondo Tass.

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