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Petrolio, sarà la costa del Golfo negli Usa a condizionare le quotazioni

A pesare sulle quotazioni del petrolio ci sono anche le esportazioni dagli Stati Uniti e soprattutto dalla Costa del golfo. Scopriamo il perché.

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Le esportazioni di petrolio dagli Stati Uniti stanno crescendo ed hanno un impatto diretto sui prezzi di riferimento della costa del Golfo e contribuiscono a sostenere i volumi di scambio sui contratti di Houston. Ma soprattutto vanno ad erodere l’importanza dello stoccaggio che viene effettuate a Cushing, in Oklahoma. 

Un anno fa le transazioni del petrolio Wti Midland sono state unite alla valutazione del prezzo del Brent. Dal quel momento le esportazioni di greggio statunitense hanno sostanzialmente messo in ombra il ruolo di hub di Cushing. Questa piazza costituisce il punto di consegna e di determinazione del prezzo per i future sul Wti, che viene quotato fin dal 1983 sul New York Mercantile Exchange (NYMEX). Questo benchmark viene utilizzato per determinare il prezzo del petrolio Usa per la consegna fisica, le cui quotazioni non sono sono completamente uguali a quelle del Wti. Nel 2015 gli Stati Uniti hanno revocato il divieto sulle esportazioni: una decisione presa con il boom dello scisto, che ha trasformato gli Usa nel primo produttore mondiale. A questo punto Intercontinental Exchange e il Gruppo CME, proprietaria del Nymex, hanno lanciato contratti per il commercio e la consegna del greggio da Midland, in Texas.

Petrolio, cosa sta accadendo negli Usa

Ma come si sta muovendo il petrolio in queste ore? I volumi medi giornalieri del contratto WTI Houston della CME sono più che raddoppiati a settembre, raggiungendo un livello record su base annua. Stando ai dati diffusi dall’ICE sarebbero stati consegnati qualcosa come 18 milioni di barili, il massimo storico, rispetto ai meno di 10 milioni di barili di agosto dello scorso anno.

Alcuni osservatori ritengono che l’aumento della liquidità in questi contratti creerà opportunità di operazioni di copertura e arbitraggio, determinando un aumento delle consegne nei terminali di stoccaggio della regione e un calo in quelli di Cushing.

Jeff Barbuto, responsabile globale dei mercati petroliferi presso l’Intercontinental Exchange (ICE), ritiene che il mercato fisico per la produzione statunitense si sia già spostato sulla costa del Golfo degli Stati Uniti e ora anche il mercato dei futures stia seguendo l’esempio.

La produzione di petrolio di scisto dal bacino del Permiano in Texas e Nuovo Messico – il più grande giacimento petrolifero degli Stati Uniti – è aumentata del 3,6%, raggiungendo una media di 6,1 milioni di barili al giorno dall’inizio dell’anno. La maggior parte di questo petrolio è diretto verso depositi più vicini ai porti di esportazione della costa del Golfo o alle raffinerie della regione.

Secondo la CME il WTI continua a essere il benchmark più liquido e significativo e la Gulf Coast è un mercato importante e in crescita.

Petrolio, l’importanza dei prezzi costieri

Il principale parametro di riferimento per i prezzi lungo la costa del Golfo, in particolare per le esportazioni, è il WTI di East Houston, noto anche come MEH in quanto rappresenta il WTI che arriva tramite oleodotto e viene scambiato presso il terminal East Houston (MEH) della Magellan.

Jeremy Irwin, analista senior dei mercati petroliferi presso la società di ricerca Energy Aspects, ha spiegato che le esportazioni statunitensi ammontano a circa 4 milioni di barili al giorno e il prezzo di Midland a East Houston è davvero il barometro su come stabilire il prezzo delle esportazioni statunitensi. Secondo Irwin non ci sarebbe alcun motivo per immagazzinare barili a Cushing: questa piazza è diventata più un hub di flusso, piuttosto che un hub di prezzi di stoccaggio.

Anche i bacini petroliferi che alimentano Cushing hanno perso un po’ del loro splendore. La crescita della produzione di greggio statunitense dai bacini secondari di petrolio di scisto in North Dakota, Pennsylvania, Ohio e West Virginia ha rallentato. Storicamente, hanno contribuito a riempire centinaia di serbatoi di stoccaggio di Cushing. Anche l’ampliamento dell’oleodotto canadese Trans Mountain ha dirottato parte del petrolio greggio che sarebbe dovuto confluire a Cushing.

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