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Petrolio, il prezzo sale. Quanto incide l’intensificarsi delle tensioni in Medio Oriente?
Quotazioni del petrolio in crescita. Ma sui prezzi quanto incidono realmente le tensioni in Medio Oriente? Cerchiamo di capire cosa stia accadendo.
Apertura brillante per le quotazioni del petrolio, che sono spinte al rialzo dai timori che l’intensificarsi del conflitto in Medio Oriente possa determinare una riduzione dell’offerta regionale di greggio. A condizionare i prezzi sono anche le aspettative che il taglio dei tassi di interesse effettuato dalla Fed – ritenuto da molti osservatori come spropositato – possa sostenere la domanda.
Per quanto riguarda il prezzo del petrolio, i futures sul Brent per novembre sono saliti a 74,71 dollari al barile, registrando un +0,3% (pari a 22 centesimi); mentre i futures sul greggio statunitense per novembre hanno registrato un +0,4%, attestandosi a 71,26 dollari.
Nel corso della precedente sessione, entrambi i contratti sono saliti grazie al taglio dei tassi di interesse negli Sati Uniti e ad un calo dell’offerta negli Usa determinato dall’uragano Francine. Nel corso degli ultimi sette giorni i prezzi del petrolio sono saliti per la seconda settimana.
Petrolio, da cosa sono condizionate le quotazioni
A condizionare le quotazioni del petrolio sono principalmente le prospettive economiche più deboli dei principali consumatori, primi tra tutti Stati Uniti e Cina, che hanno limitato ulteriormente i guadagni.
Yeap Jun Rong, stratega di mercato presso IG, spiega che le tensioni geopolitiche in Medio Oriente si sono intensificate tra Israele e Hezbollah, il che potrebbe sostenere i prezzi del petrolio di fronte ai rischi di un conflitto regionale più ampio. Ad ogni modo, secondo Yeap Jun Rong, gli aumenti dei prezzi sono stati un po’ più contenuti, il che potrebbe riflettere alcune riserve sull’impatto effettivo sulle forniture di petrolio, dato che il conflitto in Medio Oriente si trascina ormai da un po’ di tempo, con poche interruzioni finora.
Ricordiamo che proprio in questi giorni l’esercito israeliano ha lanciato un’importante serie di attacchi contro Hezbollah sostenuto dall’Iran. Un operazione ritenuta da molti osservatori come la più vasta effettuata da quando è partito questo conflitto. Israele ha preso di mira la valle della Bekaa meridionale e orientale del Libano e la regione settentrionale vicino alla Siria.
Gli ultimi attacchi sono avvenuti durante alcuni degli scontri a fuoco transfrontalieri più violenti, in un conflitto che infuria parallelamente alla guerra tra Israele e Hamas a Gaza.
La guerra si è intensificata bruscamente la scorsa settimana dopo che migliaia di cercapersone e walkie-talkie utilizzati dai membri di Hezbollah sono esplosi. L’attacco è stato ampiamente attribuito a Israele, che non ha confermato o negato la responsabilità.
L’impatto sul prezzo del petrolio
Priyanka Sachdeva, analista di mercato senior presso Phillip Nova, spiega che sebbene entrambi i benchmark del petrolio siano cresciuti di oltre il 4% la scorsa settimana in seguito al taglio dei tassi di interesse negli Stati Uniti, il calo della domanda nel principale importatore di petrolio, la Cina, sta frenando la ripresa. Secondo Priyanka Sachdeva la domanda di carburante è ancora incerta: il taglio dei tassi negli Stati Uniti ha sollevato preoccupazioni sul fatto che la Fed possa aver previsto mercati del lavoro in difficoltà.
Ricordiamo che nello scorso 18 settembre 2024, la Federal Reserve statunitense ha tagliato i tassi di interesse di mezzo punto percentuale, riduzione secca e molto importante, maggiore rispetto a quella che molti osservatori si aspettavano.
Solitamente i tagli ai tassi di interesse stimolano l’attività economica e la domanda di energia, ma gli analisti e i trader temono che la banca centrale possa riscontrare un rallentamento del mercato del lavoro.
Vandana Hari, fondatrice di Vanda Insights, ritiene che il petrolio possa entrare in un modello di attesa per un po’, andando a consolidare i guadagni registrati nel corso dell’ultima settimana. A mantenere alto l’entusiasmo del mercato è stato il taglio dei tassi della Fed. È possibile attendersi, ad un certo punto, che il petrolio torni sotto una rinnovata pressione al ribasso, mentre il bagliore della Fed svanisce e l’attenzione del mercato petrolifero torna a concentrarsi sul quadro della domanda in calo.