News
Portogallo testerà presto idrogeno verde nella rete del gas
Il Portogallo è pronto a lanciare un’asta per i diritti di immissione di idrogeno verde nella rete nazionale del gas. La società che si aggiudicherà l’asta avrà la possibilità di immettere idrogeno prodotto con fonti sostenibili direttamente nei gasdotti che trasportano il gas naturale verso imprese e consumatori. Una mossa che arriva sulla scia di una chiara intenzione: quella di trasformare la nazione in uno dei pionieri e principali esportatori di idrogeno verde in Europa. Ana Fontoura, Ministra dell’Energia in Portogallo, non ha ancora fornito una data precisa ma ha confermato che l’asta si terrà “presto”. Prima bisogna discutere alcuni dettagli con l’Unione Europea.
I “dettagli”, in realtà, riguardano una questione essenziale: quella dei sussidi che possono essere concessi alle società produttrici di idrogeno, in attesa che la produzione riesca a essere economicamente sostenibile senza aiuti. La realtà attuale è che l’idrogeno verde costa decisamente più caro rispetto al gas naturale, soprattutto in Europa dove gli impianti esistenti operano ancora su piccola scala. Una speranza arriva dai nuovi processi per la produzione di idrogeno verde che stanno venendo testati da Toyota e dall’Università di Sao Paulo, che prevedono di estrarre idrogeno direttamente dall’etanolo. Il progetto portoghese, però, è quello di immettere nei gasdotti nazionali l’idrogeno verde prodotto con il classico metodo dell’elettrolisi.
Il primo progetto di questo tipo in Europa
Viste le sanzioni economiche che limitano l’influsso di gas proveniente dalla Russia, in questo momento le nazioni europee hanno un disperato bisogno di trovare fonti alternative di energia. La situazione è stata tappata sul breve termine con il gas naturale liquefatto, ma a lungo termine si spera che l’idrogeno verde riesca a essere una soluzione meno inquinante e totalmente rinnovabile che assicuri all’UE anche una piena indipendenza energetica. Il problema è che la tecnologia rimane ancora molto immatura, i costi di produzione elevati e la presenza di infrastrutture molto lacunosa.
Nel caso del Portogallo, si sono condotti mesi di test sulla rete nazionale dei gasdotti per sapere se questi avrebbero retto una concentrazione del 5% di idrogeno verde al loro interno. L’esito è stato favorevole, ma sembra che non sarebbe possibile superare il 20%: nel progetto a lungo termine di un’eventuale rete esclusivamente rifornita da idrogeno verde, sarebbe necessario rifare completamente gli impianti nazionali di trasporto. Chiaramente, con l’avvento delle economie di scala, è possibile che si arrivi a una situazione in cui l’idrogeno verde costi meno del gas naturale e offra un incentivo anche economico a questa nuova transizione. Per il momento, nessun’altra nazione europea ha annunciato progetti per immettere idrogeno verde nella rete nazionale del gas.
Il governo alza l’asticella sulla produzione di idrogeno
Contestualmente al nuovo annuncio, il governo portoghese ha alzato l’asticella per quanto riguarda i livelli di produzione di idrogeno. A luglio si stimava che entro il 2030 si sarebbero prodotti ogni anno 2.5 GW di idrogeno verde, mentre ora ci si aspetta che la produzione arrivi a 5.5 GW all’anno grazie a flussi d’investimento più grandi del previsto. Le due società che stanno trainando questa transizione sono Galp, colosso del petrolio e del gas naturale, e Energias de Portugal.
L’obiettivo del governo è fornire al vincitore della nuova asta un sistema di incentivi. In primo luogo, verrà assicurato l’acquisto completo di tutto l’idrogeno verde immesso nella rete nazionale; in secondo luogo, verrà garantito un prezzo minimo di acquisto in modo che il progetto abbia una redditività prevedibile. Rimane da vedere quanto idrogeno si deciderà di immettere nella rete nazionale. Già diverse imprese, tra cui i tre principali produttori di vetro e i due principali produttori di cemento in Portogallo, si sono dettere interessate all’acquisto del nuovo gas mixato con idrogeno verde. Fa notare il governo portoghese che, grazie all’immissione di gas direttamente nella rete nazionale, si potranno evitare le decine di accordi bilaterali tra singole imprese che regolano le forniture di idrogeno verde in questo momento.