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Portogallo, via libera ambientale a maxi-maniera di litio
Importante svolta per il mercato del litio, soprattutto per quello europeo: l’agenzia portoghese per la protezione ambientale ha dato la sua approvazione per la costruzione di una nuova miniera di litio. Non una miniera qualsiasi, ma quella che in pochi anni sarà destinata con ogni probabilità a diventare la più grande d’Europa. Una svolta importante per l’Eurozona, che si trova attualmente a importare quasi tutto il minerale di litio necessario per produrre le batterie dei veicoli elettrici e di altri dispositivi. Con la rivoluzione elettrica che avanza, il litio diventa una risorsa sempre più essenziale.
Attualmente la maggior parte del litio esportato nel mondo viene estratto in Australia e in Sud America, soprattutto in Cile e in Bolivia, mentre la Cina è autosufficiente nel produrre abbastanza per far fronte alle richieste nazionali. Lo stesso avviene negli Stati Uniti, dove gli ingenti investimenti di Albemarle stanno consentendo ad aziende come Tesla di accedere a litio prodotto direttamente negli USA. L’Europa, però, fino a questo momento non ha dimostrato di avere una soluzione chiara al problema dell’autosufficienza.
La possibile miniera di litio più grande d’Europa
Il progetto appena approvato dall’agenzia portoghese per l’ambiente dovrebbe essere costruito a Barroso, nel Nord del Portogallo. Il sito dove la cava verrebbe posizionata è di proprietà di Savannah Resources, società inglese di dimensioni molto ridotte. Per quanto sia un’azienda già quotata in Borsa, conta appena 17 dipendenti e ha una capitalizzazione di mercato di 78 milioni di sterline; la gran parte di questo valore deriva proprio dal fatto di avere alcuni diritti sull’estrazione di litio nella zona di Barroso.
Ora che l’agenzia portoghese per l’ambiente ha dato il suo via libera al progetto, ci si avvicina a trasformarlo in realtà. Non mancano, però, le critiche degli ambientalisti. Diverse agenzie private hanno dichiarato che il progetto verrebbe realizzato troppo vicino a centri abitati e che porrebbe troppi rischi di inquinamento. Il progetto iniziale è comunque già stato rivisto prima dell’approvazione dell’agenzia governativa, modificandone alcune parti per ridurre i rischi legati alla protezione delle falde acquifere e della biodiversità. Come sempre, però, i progetti legati all’estrazione di litio fanno discutere: per quanto i prodotti che ne derivano siano sostenibili, l’impatto ambientale delle miniere è elevato.
L’opposizione dei residenti non sembra, al momento, fermare il progetto. La posta in gioco va oltre gli interessi di Savannah Resources: il Portogallo potrebbe contare su una fonte di export estremamente strategica e al tempo stesso generare centinaia di posti di lavoro in una delle aree meno economicamente sviluppate della nazione.
Il Portogallo, la risposta europea al problema del litio
A partire dal 2035, secondo le normative europee, tutti i veicoli venduti all’interno dell’Unione dovranno a essere a impatto zero. Alcune nazioni hanno anche deciso di anticipare questa data per migliorare la propria agenda climatica. Il problema è che, come dimostrato dalla dipendenza dal gas russo negli anni scorsi, dipendere dalle importazioni di materie prime strategiche pone gravi rischi alla posizione geopolitica degli Stati Membri.
Fortunatamente sembra che il sottosuolo del Portogallo sia estremamente ricco di litio. Questa scoperta, però, deve fare i conti con l’impatto ambientale del processo con cui il minerale viene estratto. Le leggi europee sulla protezione dell’ambiente sono decisamente più stringenti di quelle di molte altre aree del mondo, soprattutto considerando l’alta densità di popolazione dell’Unione. Non potendo contare su vaste aree disabitate come quelle dell’Australia, chi vuole collocare una miniera deve sempre fare i conti anche con la necessità di mettere d’accordo la comunità locale.