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Prezzi negativi per l’energia in Europa: troppo solare e troppo poco stoccaggio energetico

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Con l’estate alle porte, il sole di questi giorni inizia a mostrare uno squilibrio nel mercato europeo dell’energia. In alcune ore del giorno, quando la produzione dei pannelli fotovoltaici è al massimo, sui mercati all’ingrosso ci sono quotazioni a zero o addirittura sotto lo zero. Essendo anche una stagione che ancora non richiede un ampio utilizzo dei sistemi di aria condizionata, la produzione fotovoltaica è eccessivamente alta rispetto alla domanda. Se ci fossero più sistemi di stoccaggio energetico, l’accumulo permetterebbe di conservare questa energia nei momenti di picco e di rivenderla sul mercato nei momenti in cui la domanda supera l’offerta.

Per il momento l’UE è ancora molto legata a un sistema di trasmissione classico dell’energia, in cui quella che viene prodotta dalle centrali viene poi immediatamente utilizzata sulla rete. Con le centrali nucleari o a combustibili fossili, che permettono di regolare la produzione molto velocemente, questo non è un problema; con le fonti di energia rinnovabile, la cui efficacia dipende da condizioni atmosferiche -vento, sole, pioggia, ecc.- la produzione non può essere regolata altrettanto facilmente. L’unico sistema per poter regolare domanda e offerta è quello di adeguare i sistemi di stoccaggio energetico.

I prezzi negativi si notano soprattutto in Germania e in Spagna

Boom del solare, troppo poco stoccaggio

Tra il 2019 e il 2023, la capacità di produzione installata dai pannelli solari in Europa è raddoppiata. Oggi la capacità installata dichiarata da SolarEurope è di 263 GW, con oltre 300.000 pannelli installati al giorno. Nel frattempo si è lavorato molto anche per migliorare la quantità di energia che può essere conservata, al punto che per tre anni di fila l’Unione Europea è riuscita a raddoppiare ogni anno la capacità di stoccaggio energetico. Nelle ore immediatamente successive a mezzogiorno, l’offerta è talmente elevata che alcuni contratti scadono con prezzi negativi. Malgrado ciò, ci si aspetta che solo alla fine di questo decennio si arrivi a una capacità installata di 200 GW.

Tra fondi europei, forniture a prezzi stracciati grazie alla produzione eccessiva in Cina, sussidi dei singoli stati e accordi a lungo termine tra produttori e consumatori di energia, la proliferazione dell’energia solare in Europa nel corso degli ultimi anni è stata esponenziale. Nel frattempo i sistemi di stoccaggio energetico non hanno ricevuto lo stesso trattamento economico favorevole, per quanto si siano comunque fatti dei passi avanti. Inoltre la produzione industriale europea continua ad arrancare nel post-pandemia, per cui anche la domanda di energia nelle ore diurne sta crescendo a un ritmo molto moderato.

Negli USA ci sono già grandi incentivi per la produzione e l’installazione degli impianti di stoccaggio energetico

Soluzioni solo a lungo termine

L’Unione Europea sta incentivando l’aumento dei sistemi di stoccaggio energetico, con un piano che prevede di arrivare a triplicare la quantità di energia immagazzinabile tra il 2022 e il 2029. Alla fine di questo decennio si prevede che la capacità di stoccaggio arrivi al 69% della capacità di produzione, una percentuale che secondo le stime dovrebbe essere sufficiente a garantire l’equilibrio del mercato. Nel frattempo il parco automobilistico europeo sta diventando sempre più elettrico, per cui è probabile che i consumatori inizieranno a sfruttare dell’energia acquistabile nelle ore del giorno più conveniente per ricaricare i veicoli elettrici. Ci sono anche prospettive interessanti per l’evoluzione dell’intelligenza artificiale, che diventa sempre più in grado di prevedere quali saranno di giorno in giorno i periodi di maggiore accumulo e maggiore domanda.

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