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RBA ha alzato i tassi per paura di un’inflazione persistente

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La decisione della banca centrale dell’Australia di aumentare i tassi di interesse a giugno è stata descritta come accuratamente bilanciata, ma è stata ritenuta necessaria per evitare che l’inflazione elevata si radicasse nelle aspettative salariali e dei prezzi.

I verbali della riunione di politica monetaria del 4 giugno, pubblicati martedì, hanno mostrato che il consiglio della Reserve Bank of Australia (RBA) ha valutato la possibilità di mantenere i tassi invariati, considerando il rallentamento evidente della spesa dei consumatori. Tuttavia, si è ritenuto che i rischi per l’inflazione si fossero spostati verso l’alto.

Il verbale pubblicato martedì mostra come la RBA aveva valutato di mantenere i tassi invariati.

12 rialzi consecutivi

Il dollaro australiano ha registrato una diminuzione di quasi mezzo centesimo di dollaro statunitense, scendendo a circa 68 centesimi di dollaro americano, in seguito alla pubblicazione dei verbali, indicando che gli investitori stavano rispondendo al tono più accomodante riducendo le loro aspettative riguardo a quando e di quanto aumenteranno i tassi di interesse.

Secondo i verbali, durante la decisione di aumentare nuovamente i tassi, i membri del consiglio hanno riconosciuto l’incertezza considerevole riguardo alle prospettive della spesa delle famiglie e alle difficoltà finanziarie che alcune famiglie stanno affrontando. Hanno anche ribadito la loro determinazione nel riportare l’inflazione al target desiderato e la loro disponibilità a fare tutto il necessario per raggiungere tale obiettivo.

Negli ultimi 13 mesi, la RBA ha alzato i tassi di interesse di quattro punti percentuali in 12 mosse, iniziando il ciclo di incremento dei tassi durante le elezioni federali di maggio 2022. Tuttavia, i critici hanno avvertito che gli effetti ritardati di questi aumenti – considerando che le banche impiegano un po’ di tempo per trasferire tali cambiamenti ai mutuatari – potrebbero rischiare di danneggiare eccessivamente la domanda, portando così l’economia a una brusca frenata.

Quello del 6 giugno è stato il dodicesimo rialzo consecutivo del tasso di interesse.

La disoccupazione continua a calare

Dopo la riunione del consiglio, sono stati pubblicati i dati relativi al mercato del lavoro di maggio. Tali dati hanno mostrato un inaspettato calo del tasso di disoccupazione al 3,6% rispetto al 3,7% di aprile, con l’aggiunta di oltre 70.000 nuovi posti di lavoro, quattro volte in più rispetto alle previsioni degli economisti di mercato.

Il verbale della riunione ha dedicato molto spazio agli argomenti a favore di un immediato aumento dei tassi. La principale preoccupazione della RBA riguarda infatti la persistenza dell’inflazione e la possibilità che non si riduca al 3% entro metà del 2025, come auspicato dalla banca.

Tra le ragioni di tale persistenza nei prezzi, si individua il fatto che alcune aziende stanno legando i propri prezzi, in modo implicito o esplicito, all’inflazione passata. Inoltre, si ipotizza che gli aumenti salariali potrebbero essere anch’essi collegati all’inflazione elevata del passato, e vi è il rischio che questa tendenza si diffonda su larga scala.

L‘inflazione generale continua a essere elevata al 7,0%, mentre la disoccupazione si mantiene vicina ai minimi degli ultimi 50 anni, con un tasso del 3,6%, alimentando così le pressioni salariali. La bassa produttività e l’incremento dei salari sono stati motivo di particolare preoccupazione, con l’organismo di governo che ha rilevato che l’incremento salariale nazionale per i lavoratori a basso reddito è stato superiore alle aspettative.

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