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Record di installazioni di pannelli solari negli Stati Uniti

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I dati ufficiali appena pubblicati dalla Solar Energy Industries Association (SEIA) lo confermano: il primo trimestre del 2023 ha segnato un nuovo record nelle installazioni di pannelli fotovoltaici negli Stati Uniti. Si conferma quindi il trend in crescita dell’energia rinnovabile negli USA, fortemente favorito dalle politiche di incentivi voluti dall’amministrazione Biden. I dati sono attualmente aggiornati alla fine di marzo, ma il trend sarà probabilmente destinato a continuare anche nel corso dei prossimi mesi. I primi tre mesi del 2023, però, sembrano essere stati particolarmente favoriti dalle circostanze.

Secondo un report di Wood Mackenzie, sarebbero stati completati diversi progetti che avevano subito ritardi negli ultimi anni. Ora che la Cina ha riaperto la propria economia è più facile trovare componenti e semilavorati per i pannelli fotovoltaici; si beneficia anche del ritorno alla normalità nel mondo della logistica, soprattutto per quanto riguarda la situazione della navi cargo. Il picco di installazioni del primo trimestre 2023, dunque, sarebbe dovuto a una serie di fattori che hanno agito insieme. Ma malgrado questi fatti sporadici, ci si aspetta comunque che entro il 2028 si arrivi a triplicare la potenza di pannelli fotovoltaici installati negli USA.

Per gli Stati Uniti, l’installazione di pannelli fotovoltaici ha ripreso con forza dopo la riapertura dell’economia cinese e dopo l’approvazione dell’Inflation Reduction Act

Rapido aumento della capacità installata

Secondo i numeri riportati dalla SEIA, nel primo trimestre del 2023 è stata installata una potenza generata dai pannelli fotovoltaici che supera del 43% lo stesso periodo dello scorso anno. In totale sono stati collegati alla rete 6.1 gigawatts di potenza, una quantità che secondo le misure medie è in grado di alimentare 750.000 abitazioni. Questo è un passo avanti notevole per gli Stati Uniti, soprattutto considerando che l’amministrazione Biden ne ha fatto uno dei cavalli di battaglia principali della propria agenda politica. La distribuzione di queste installazioni, però, non è omogenea sul territorio nazionale.

In California l’aumento è stato del 72% su base annua, con 1.634 GW di potenza installati esclusivamente in questo Stato; al secondo posto si trova la Florida, dove sono stati installati 951 MW di potenza teorica in nuovi pannelli fotovoltaici. Il Texas chiude il podio con la terza posizione, guadagnata installando pannelli per 765 MW. I tre grandi Stati del Sud si confermano dunque il motore della transizione ecologica negli Stati Uniti, cosa che non sorprende vista la posizione geografica privilegiata. Altri Stati stanno però beneficiando dell’Inflation Reduction Act, che ha portato a un notevole aumento della produzione di pannelli in mercati dove le installazioni sono di meno.

La maggior parte delle installazioni ha riguardato grandi progetti industriali, mentre un terzo dei pannelli sono stati installati dalle famiglie e dalle piccole attività locali

Obiettivi ambiziosi per i prossimi 5 anni

Sempre secondo le stime della SEIA, nel 2028 la capacità produttiva statunitense derivante dai pannelli fotovoltaici dovrebbe triplicare rispetto a oggi. Il motivo sarebbero sempre le disposizioni dell’Inflation Reduction Act, che prevede anche altre misure importanti per la transizione energetica tra cui forti incentivi all’idrogeno verde. La strada attuale sembra comunque quella giusta, anche considerando che i pannelli fotovoltaici hanno rappresentato, nel primo trimestre dell’anno, il 54% dell’intera nuova capacità di produzione elettrica installata negli Stati Uniti. La SEIA ha anche migliorato le previsioni per il resto dell’anno, che passano da 28.4 a 29 GW di capacità installata sotto forma di pannelli solari.

A guidare l’aumento delle installazioni di pannelli fotovoltaici è il settore dei grandi progetti industriali, che hanno aumentato la capacità installata del 66% su base annua e complessivamente hanno portato a nuove installazioni per 3.8 GW. Questo tipo di progetti è quello che aveva sofferto di più del problema delle importazioni dalla Cina, fortemente limitate fino alla fine del 2022 dalla politica zero Covid di Xi Jinping. Complessivamente le novità sono positive, sia per quanto riguarda il bilancio energetico degli Stati Uniti, sia per quanto riguarda più in generale la sostenibilità della produzione energetica nell’economia più grande al mondo.

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