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Ripresa in Cina e tagli ai tassi USA centrali per i bond nel 2024
Dopo un 2023 decisamente positivo per il mercato delle obbligazioni, che soprattutto in Occidente hanno visto i loro rendimenti raggiungere dei massimi storici degli ultimi 15 anni, ora gli analisti si interrogano su quali saranno i trend più importanti del 2024. Si continua a parlare molto della complessa situazione geopolitica, ma sembra che due fattori siano quelli considerati realmente trainanti per il settore: i tagli ai tassi di interesse della Federal Reserve e della BCE da una parte, e contemporaneamente l’incerto andamento delle principali economie asiatiche.
Con il nuovo anno ormai iniziato, si comincia subito a parlare della possibilità che il 2024 sia un anno di rimbalzo: rendimenti in calo ma prezzi in aumento sia in Europa che negli Stati Uniti, e l’esatto contrario in molti mercati asiatici. I mercati si interrogano anche sulla possibilità di reinflazione in Occidente, cioè la possibilità che dopo il forte calo di questi mesi si torni a notare un aumento significativo della pressione sui prezzi.
Le previsioni per le economie avanzate
Tutte le principali economie avanzate del mondo si trovano in un punto molto simile: il tasso di inflazione sta ormai scendendo rapidamente sia negli Stati Uniti che nell’Unione Europea, nel Regno Unito, in Canada e in Australia. Anche se con dosi diverse, la cura per il tasso di inflazione estremamente alto degli ultimi due anni è stato per tutte queste economie a base di tassi in rialzo delle banche centrali. Con l’inflazione finalmente sotto controllo, adesso ci si aspetta un anno segnato da tassi in calo e maggiore attività economica. Soprattutto per l’Unione Europea, dove la politica monetaria sta avendo un effetto molto pesante sulla produzione industriale e sul mercato del lavoro, ci si aspetta che i tassi in calo possano avere un effetto positivo.
Studiando la curva dei rendimenti, i mercati prezzano ormai quasi il 100% di probabilità che la Fed e la BCE taglino i tassi nel 2024 e una probabilità di oltre il 90% che questo possa accadere già entro la prima metà dell’anno. Questo implicherebbe quotazioni in aumento per le obbligazioni acquistate negli ultimi anni da chi ha approfittato dei tassi di rendimento generosi, e rendimenti invece in calo per le nuove emissioni. L’unica eccezione è rappresentata dal Giappone, che invece ha mantenuto i tassi d’interesse molto bassi durante tutto questo periodo e nonostante ciò sembra appena riuscito a sfuggire al rischio di deflazione. Per i bond giapponesi potrebbe, semmai, essere previsto un lieve aumento dei rendimenti e un calo delle quotazioni nel caso in cui la BoJ decidesse di aumentare i tassi.
Forte incertezza sulla Cina
Le incognite rimangono principalmente ancorate alla Cina, la grande assente del 2023. Per tutto l’anno la politica monetaria è cambiata molto poco, mentre l’economia continuava ad affrontare una crescita decisamente inferiore alle attese per il post-pandemia. Inoltre continua ad aggravarsi la situazione delle obbligazioni delle imprese immobiliari, con altri default che non possono essere esclusi dalle possibilità per il 2024. Da metà 2023 in avanti ci si aspettava che Xi Jinping e la banca centrale prendessero delle decisioni per dare uno stimolo economico al recupero del paese, ma alla fine non sono arrivate misure significative. Sembra che il governo non sia disposto ad aumentare significativamente il proprio indebitamento in nome di una crescita più veloce, ma molti analisti continuano a pensare che da qualche parte nel 2024 i tassi verranno abbassati significativamente per ridare slancio all’economia.