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Russia, banca centrale mantiene i tassi invariati

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La banca centrale russa ha deciso, con stupore degli investitori, di mantenere invariati i suoi tassi di interesse. Per quanto il tasso di inflazione sia attualmente basso, attestandosi intorno al 2,4% annuo, gli analisti si aspettano che questo si alzi considerevolmente nel corso dei prossimi mesi. La banca centrale russa sembra non avere le stesse idee in mente e alza addirittura il target di crescita per il 2023, con una previsione ufficiale che passa da una lieve recessione a una crescita del 2%.

Chiaramente i tagli alla produzione di petrolio dei paesi OPEC+ giocano un ruolo importante in tutto questo, considerando la dipendenza russa dalle vendite di idrocarburi. Anche se i prezzi più elevati del petrolio dovrebbero generare meno vendite in termini di volumi, significa anche margini più alti e dunque un impatto tendenzialmente positivo sull’economia russa nel suo complesso. La mossa della banca centrale ha comunque rafforzato il rublo sul mercato Forex, con il cambio tra dollaro e rublo sceso da 81 a 79 nel corso di poche ore.

Rimane molto difficile fare previsioni sull’andamento dell’economia russa

Una situazione delicata per il rublo

Il rublo russo continua a muoversi in un contesto economico complesso, segnato da una serie di avvenimenti che hanno seguito l’invasione dell’Ucraina. A febbraio 2020, per contenere la pressione ribassista sulla valuta nazionale, la banca centrale introdusse un tasso d’emergenza del 20%. Insieme a una serie di restrizioni sulle conversioni tra rublo e altre valute, questo ha permesso alla Russia di difendere il valore della propria moneta a livello internazionale. Il contraltare di questa misura è chiaramente una forte riduzione dell’attività economica.

Per evitare una recessione ancora più profonda rispetto a quella riscontrata nei mesi successivi all’invasione, la banca centrale russa ha iniziato ad abbassare i tassi fino all’attuale 7,50% annuo. Un difficile sistema di vasi comunicanti in cui anche l’inflazione gioca un ruolo importante, soprattutto considerando il rincaro dei costi legati alle importazioni e a tutte le filiere economiche che sono state oggetto delle sanzioni internazionali. Inoltre 300 miliardi di dollari di riserve della banca centrale russa sono state congelate da altre banche centrali presso cui erano depositate, rendendo più difficile difendere il valore del rublo.

Il grafico mostra l’andamento dei tassi di interesse centrali in Russia

Cala rapidamente il tasso di inflazione

La decisione sui tassi di interesse è stata spiegata dalla Presidente della banca centrale russa, Elvira Nabiullina, per via del tasso di inflazione notevolmente in calo. La pressione sui prezzi è diminuita nettamente nel corso delle ultime settimane, passando dal 11% di febbraio al 3,5% di marzo. Attualmente la banca centrale stima che il tasso di inflazione sia appena del 2,5%, al punto che forse la deflazione potrebbe star diventando una prospettiva più probabile rispetto all’iperinflazione. Non solo questo fa pensare che non ci saranno rialzi dei tassi nel breve termine, ma addirittura che potrebbero esserci altri tagli.

Detto questo, i principali analisti internazionali e la stessa banca centrale russa si aspettano che l’inflazione possa tornare ad aumentare nel corso dei prossimi mesi. Attualmente la previsione della Bank of Russia è che per il 2023 si rimanga al di sotto del 4% annuo, con un aumento nel range del 5-7% nel corso del 2024. Fino a questo momento, però, si è rivelato molto difficile riuscire a prevedere correttamente i dati macroeconomici russi dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina.

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