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Samsung, la divisione chip ha perso 2,4 miliardi di dollari

I problemi per Samsung arrivano dalla divisione chip, che nonostante i forti investimenti non riesce a tenere il passo e causa grosse perdite all’azienda.

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Stando a quanto dichiarato quest’oggi dal presidente Jay Y. Lee, Samsung non sarebbe intenzionata a scorporare la sua attività di produzione di chip su contratto e nemmeno le sue attività di progettazione di chip logici.

Secondo alcuni osservatori le attività di Samsung relative alla progettazione e alla produzione di chip per altri clienti starebbero registrando delle perdite per miliardi di dollari, determinate dalla debole domanda. Ma soprattutto avrebbero sostanzialmente fermato le prestazioni complessive dell’azienda sudcoreana, uno dei più grandi produttori di chip al mondo.

Ma entriamo un po’ nel dettaglio e cerchiamo di capire quali siano i problemi di Samsung in questo segmento.

Samsung, uno dei più grandi produttori di chip al mondo

Nel corso degli anni Samsung si è espansa nella progettazione di chip logici e nella produzione di chip a contratto. Una precisa scelta per ridurre la propria dipendenza dai chip di memoria bread-and-butter. Ricordiamo che i chip logici sono particolarmente importanti perché servono ad elaborare i dati.

Nel 2019 Lee aveva una visione ben precisa: riuscire a superare la TSMC e diventare il più importante produttore di chip su contratto al mondo entro il 20030. Da quel momento Samsung ha iniziato ad effettuare degli investimenti miliardari per la produzione di chip su contratto, andando a costruire degli stabilimenti in Corea del Sud e negli Stati Uniti.

A fronte di una mole consistente di investimenti, Samsung ha avuto enormi difficoltà nel riuscire ad aggiudicarsi degli ordini da parte dei clienti per riuscire a copreire la propria capacità produttiva.

Questo è il motivo per il quale in molti osservatori si stavano chiedendo se Samsung stesse pensando di scorporare l’attività di produzione di chip o le sue attività di progettazione di chip logici. Ma Lee, su questo argomento, è stato preciso, confermando l’intenzione di continuare a far crescere l’attività. E non ha mostrato alcun interesse ad uno scorporo.

Le sfide di Samsung nel settore dei chip

Sono diverse le sfide che Samsung sta affrontando in questo settore. La prima, senza dubbio, riguarda la nuova fabbrica che sta costruendo a Taylor, in Texas. Le difficoltà riscontrate sarebbero da additare principalmente alla situazione mutevole legata alle elezioni.

Nel corso degli ultimi anni la Corea del Sud è stata un importante investitore straniero negli Stati Uniti, attratta dal sostegno finanziario di Washington a settori quali l’energia verde e i chip, ma alcune aziende, tra cui il produttore di batterie per veicoli elettrici LG Energy Solution, quest’anno sono diventati cauti a causa di possibili cambiamenti di politica economica dopo le elezioni presidenziali statunitensi di novembre.

Reuters riporta le stime effettuate da alcuni analisti esaminate, secondo le quali l’anno scorso Samsung avrebbe registrato una perdita operativa di 3,18 trilioni di won (2,4 miliardi di dollari) dalle attività di fonderia e System LSI. Purtroppo, però, non sono state fornite delle ripartizione delle prestazioni delle due attività. Gli analisti stimano che quest’anno le due operazioni possano registrare un’altra perdita di 2,08 trilioni di won.

Nel 2017, Samsung Electronics ha separato la produzione di chip dall’attività di progettazione, ma i clienti della fonderia, secondo alcuni analisti, continuano a temere che Samsung possa condividere i propri segreti tecnologici con la sua unità di progettazione.

Lee Jong-hwan, ex ingegnere Samsung e professore di ingegneria dei semiconduttori di sistema presso la SangMyung University, spiega che in linea di principio, per Samsung sarebbe meglio dividere la propria attività di fonderia per guadagnarsi la fiducia dei clienti e concentrarsi sul business. Lee Jong-hwan ha tuttavia affermato che sarebbe più difficile per l’unità di fonderia sopravvivere come attività autonoma, in quanto potrebbe perdere l’accesso al sostegno finanziario da parte del settore dei chip di memoria.

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