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San Francisco, $300 milioni di bonds per case accessibili

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L’amministrazione della città di San Francisco ha formalizzato una proposta per emettere bond a carattere generale dal valore di $300 milioni. Di questi, $240 milioni sarebbero utilizzati per combattere uno dei problemi sociali più grandi che gli Stati Uniti -e la California in particolare- affrontano in questo momento. Lo Stato della Silicon Valley, di Beverly Hills e delle spiagge da sogno si ritrova infatti a essere anche quello che vede il maggior numero di senzatetto in tutti gli USA: oltre 180.000 secondo le statistiche aggiornate a gennaio 2023. Tra questi, anche moltissime persone che hanno un lavoro ma non guadagnano abbastanza da potersi permettere una casa nel mercato immobiliare sempre più esclusivo della regione.

Guidando per i dintorni di San Francisco si possono notare tende, baraccopoli e chiese che permettono alle persone di accamparsi nei loro parcheggi. Uno scenario che sembrerebbe tratto da un paese del terzo mondo, e invece si configura proprio in una delle regioni più ricche che ci siano. Ora la città di San Francisco sarebbe pronta a investire nell’accessibilità del mercato immobiliare, utilizzando i proventi della vendita di obbligazioni per costruire immobili da destinare alle fasce sociali più deboli. Un’operazione comune per molte istituzioni, ma che su questa scala e in una singola città risulta decisamente grande.

Più di 4.000 persone a San Francisco dormono per strada

Il piano per rilanciare l’accessibilità delle case

Il sindaco London Breed spiega, senza mezzi termini, che il problema dell’accessibilità del mercato immobiliare in questo momento è uno dei problemi più gravi che la città affronta. Tanti lavoratori essenziali per garantire i servizi ai cittadini non possono permettersi di vivere in prossimità dell’area dove lavorano e sono costrette a spostarsi attraverso la metropoli -spesso per due ore e più- per arrivare al luogo di lavoro. Si parla di insegnanti, vigili del fuoco, poliziotti, infermieri e altre categorie di persone che hanno subito sulla loro pelle l’andamento dell’economia in questi anni: salari che non hanno tenuto il passo dell’inflazione e immobili sempre più cari, guidati dalla crescita del settore tech.

Ci sarebbe anche un piano d’investimento già pronto nel caso in cui la nuova proposta venisse approvata: $30 milioni sarebbero utilizzati per ristrutturare gli immobili sociali già esistenti, destinati alle famiglie a medio-basso reddito; altri $30 milioni sarebbero utilizzati per comprare nuovi immobili da destinare ai programmi di aiuto. Il resto sarebbe utilizzato per sistemi di incentivi, contributi e aiuti a chi ha difficoltà a rimanere al passo con l’affitto. Secondo l’ufficio amministrativo della città, San Francisco dovrebbe rimborsare $544.5 milioni tra capitale e interessi per ripagare un’emissione di obbligazioni da 300 milioni di dollari. Per finanziare il rientro di questa spesa, si introdurrebbe una piccola tassa sulla proprietà degli immobili per le persone che ne hanno già uno.

San Francisco ha già oltre 10.000 unità immobiliari popolari

La situazione è sempre più difficile

Secondo gli ultimi dati disponibili, il canone medio di affitto per un appartamento da due camere a San Francisco è di $3.800 al mese. Per ottenere l’approvazione del contratto è necessario mostrare un reddito familiare di almeno $137.000 all’anno, cosa che si può permettere meno del 40% delle famiglie. Questo significa che un nucleo familiare su due è in difficoltà a ottenere un contratto: molti devono accontentarsi di vivere in un motel, in situazioni precarie o addirittura per strada. Dal canto suo, l’amministrazione locale è pressoché priva di debiti: la filosofia di San Francisco è emettere nuove obbligazioni solo dopo aver già ripagato quelle precedenti. Questo concede al sindaco un potere economico importante per impegnarsi a risolvere uno dei problemi che, sempre di più, affligge le grandi città americane.

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