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Scambi valutari nel settore climatico: piano da 100 miliardi

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Il prossimo mese la Francia ospiterà una conferenza internazionale su un nuovo patto di finanziamento globale. Voluto dal presidente francese Emmanuel Macron, il Summit for a New Global Financing Pact è promosso dall’iniziativa Bridgetown, un piano d’azione per riformare il sistema finanziario globale in modo che il mondo possa rispondere meglio alle crisi attuali e future, in particolare quella legata al cambiamento climatico, guidata dalla leader dell’isola caraibica Barbados Mia Mottley, e si terrà a Parigi il 22 e il 23 giugno.

In occasione del vertice, che si inserisce in un contesto internazionale segnato dalle conseguenze a cascata delle crisi climatiche, energetiche, sanitarie ed economiche concomitanti, in particolare nei Paesi più vulnerabili, verrà presentato un piano da 100 miliardi di dollari per attrarre più finanziamenti nel settore climatico e dello sviluppo nei Paesi più poveri, fornendo garanzie valutarie agli investitori. È quanto è stato riportato sabato 27 maggio in un’esclusiva dell’agenzia di stampa Reuters, secondo un documento visionato. Il piano sarebbe già stato inviato ai governi di tutto il mondo in vista dell’evento, che vedrà la partecipazione di numerosi leader mondiali e rappresentanti di istituzioni globali di spicco come il FMI e le Nazioni Unite.

Parigi ospiterà un summit globale per un nuovo patto finanziario focalizzato su garanzie valutarie per il clima

La lotta al cambiamento climatico si intensifica con lo sviluppo sostenibile

L’idea, esposta in un documento di consultazione dello scorso aprile, si baserebbe sulla partecipazione del Fondo Monetario Internazionale (FMI), un’importante agenzia finanziaria delle Nazioni Unite composta da 190 Paesi, e di altre banche multilaterali di sviluppo (Multilateral Development Bank, MDB), istituzioni sovranazionali istituite da Stati sovrani provenienti da Paesi sviluppati e in via di sviluppo che ne sono gli azionisti, ed è parte degli sforzi crescenti per riformare il sistema finanziario internazionale.

Nello specifico, il piano prevede che il FMI e le altre MDB riducano gli eccessivi premi di rischio macroeconomico sui Paesi in via di sviluppo, offrendo 100 miliardi di dollari ogni anno di garanzie di cambio per finanziamenti in valute nazionali più volatili rispetto al dollaro o all’euro. Secondo una fonte coinvolta nei piani, questi investimenti potrebbero includere obbligazioni verdi focalizzate su progetti rispettosi dell’ambiente, così come obbligazioni blu incentrate sull’oceano e obbligazioni legate alla sostenibilità.

Il vantaggio di tali garanzie è che le MDB interverrebbero e compenserebbero gli acquirenti internazionali di queste obbligazioni nel caso in cui il Paese coinvolto svalutasse la propria valuta, riducendo così il valore in dollari dei pagamenti obbligazionari. Rimuovendo questo rischio per gli investitori, si prevede che si possano notevolmente ridurre i tassi di interesse che i governi devono pagare. Inoltre, per alcuni Paesi, potrebbe anche rappresentare lo slancio necessario per riconquistare l’accesso ai mercati dei capitali globali che è andato perduto durante la pandemia di COVID-19.

Un rapporto presentato durante i negoziati sul clima della COP27, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2022, ha suggerito che i Paesi in via di sviluppo avrebbero bisogno di 1 trilione di dollari ogni anno entro il 2030, sia da finanziamenti pubblici che privati, per affrontare il riscaldamento globale. Finora, gli afflussi di capitale sono solo una frazione di quanto necessario. Infatti, una relazione della World Bank, un’organizzazione finanziaria globale che fornisce prestiti e sovvenzioni ai governi dei Paesi a basso e medio reddito al fine di supportare progetti di sviluppo economico, e di altre importanti istituzioni di credito multilaterali ha rivelato che nel 2021 sono stati erogati 51 miliardi di dollari, a cui si sono aggiunti altri 13 miliardi di dollari provenienti dal settore finanziario privato.

I Paesi in via di sviluppo svolgono un ruolo cruciale nel perseguire gli obiettivi di sostenibilità ambientale, economica e sociale a livello globale

Oltre all’idea della garanzia valutaria, il documento sottolinea anche la necessità di un’azione più concreta da parte del FMI e dei finanziatori multilaterali per affrontare la sfida climatica. La Bridgetown Initiative, una voce importante nelle discussioni sul clima e sulla sostenibilità, ha definito questa situazione come una “chiamata alle armi“. Dopo un inizio lento, infatti, negli ultimi mesi è emersa l’idea di un cambiamento fondamentale per favorire maggiori investimenti nei Paesi in via di sviluppo nella lotta al cambiamento climatico.

La Banca Mondiale ha, quindi, avviato un processo di riforma per aumentare i prestiti di 5 miliardi di dollari ogni anno, ma vi è la richiesta di un intervento ancora più ampio. Le proposte presentate nel documento di aprile, che includono anche la ridistribuzione di altri fondi del FMI, saranno fondamentali per la posizione dei Paesi in via di sviluppo nei futuri colloqui sul clima della COP28, che si terrà dal 30 novembre al 12 dicembre presso l’Expo City di Dubai.

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