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Sciopero portuali Usa, la Casa Bianca si schiera dalla parte dei lavoratori
La casa bianca si schiera dalla parte dei lavoratori portuali, che hanno indetto sciopero nella giornata di ieri, chiedendo delle migliori condizioni economiche.
Joe Biden, presidente degli Usa, si schiera letteralmente dalla parte dei lavoratori in sciopero. Ha fatto pressioni sui datori di lavoro dei porti statunitensi perché aumentassero le loro offerte, in modo da poter sottoscrivere un accordo sindacale con i lavoratori portuali in sciopero. Per il secondo giorno consecutivo metà del trasporto marittimo statunitense è stato bloccato.
Il sindacato International Longshoremen’s Association (ILA) ha indetto uno sciopero che sostanzialmente ha bloccato tutte le spedizioni, da quelle del cibo fino a quelle delle automobili. Ad essere completamente fermi sono decine di porti statunitensi. Un’interruzione che, secondo molti analisti, potrebbe arrivare a costare all’economia miliardi di dollari al giorno.
Uno sciopero che mette in ginocchio gli Stati Uniti
Stando a quanto riporta Everstream Analytics, solo nella giornata di martedì 1° ottobre 2024, più di 38 navi porta container sono state bloccate nei vari porti Usa. Domenica, poco prima che scoppiasse lo sciopero, erano solo tre.
Biden, in un post pubblicato su X, ha affermato che i vettori oceanici esteri hanno realizzato profitti record dall’inizio della pandemia, quando gli scaricatori portuali si sono messi a rischio per tenere aperti i porti. Secondo Biden è ora che quei vettori oceanici offrano un contratto forte ed equo, che rifletta il contributo dei lavoratori dell’ILA all’economia statunitense e ai loro profitti record.
La Casa Bianca ha affermato che ha incaricato il suo team di monitorare eventuali attività di speculazione sui prezzi che possano avvantaggiare i vettori oceanici stranieri.
L’ILA, che rappresenta 45.000 lavoratori portuali, ha lanciato lo sciopero poco dopo la mezzanotte di martedì, dopo il fallimento delle trattative con la United States Maritime Alliance (USMX) per un nuovo contratto di sei anni.
L’USMX aveva offerto un aumento salariale del 50%, ma l’ardente leader dell’ILA, Harold Daggett, ha affermato che il sindacato sta spingendo per ottenere di più, tra cui un aumento di 5 dollari l’ora all’anno una volta che sia avviato il nuovo contratto e la fine dei progetti di automazione portuale che minacciano i posti di lavoro sindacali.
Daggett ha affermato che i lavoratori sono pronti a lottare finché sarà necessario. Ma soprattutto resteranno in sciopero per tutto il tempo necessario, per ottenere gli stipendi e le protezioni contro l’automazione che i nostri membri dell’ILA meritano.
Centinaia di lavoratori portuali hanno manifestato martedì presso un terminal di spedizione nell’area di New York City a Elizabeth, nel New Jersey, portando cartelli e gridando slogan come ILA fino in fondo!, mentre la musica risuonava a tutto volume.
Quanto costa all’economia statunitense questo sciopero
Lo sciopero, il primo grande blocco dell’ILA dal 1977, sta preoccupando le aziende che si affidano al trasporto marittimo per esportare le loro merci o assicurarsi importazioni cruciali. Riguarda 36 porti, tra cui New York, Baltimora e Houston, che gestiscono una gamma di merci containerizzate, dalle banane all’abbigliamento alle automobili.
Secondo le stime degli analisti di JP Morgan, lo sciopero potrebbe costare all’economia americana circa 5 miliardi di dollari al giorno.
La National Retail Federation ha invitato l’amministrazione Biden a usare la sua autorità federale per porre fine allo sciopero, affermando che potrebbe avere conseguenze devastanti per l’economia. Anche i repubblicani, tra cui il governatore della Virginia Glenn Youngkin, hanno chiesto a Joe Biden di porre fine allo sciopero, mettendo in guardia dal suo impatto sull’economia. Biden ha ripetutamente affermato che non lo farà.
Martedì il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti ha dichiarato che non prevede cambiamenti significativi nei prezzi o nella disponibilità dei prodotti alimentari nel breve termine.
I rivenditori al dettaglio, che rappresentano circa la metà del volume complessivo delle spedizioni di container, hanno dichiarato di essere impegnati a implementare piani di riserva per ridurre al minimo l’impatto dello sciopero in vista della stagione dei saldi invernali.