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Serbia, asta per 450 MW di energia da fonti rinnovabili
La Serbia comincia a mettere in atto il suo piano per la transizione energetica, che prevede un progetto di incentivi con un orizzonte di tre anni. Per dare il via all’implementazione pratica, la nazione ora è pronta a lanciare una prima asta competitiva per aggiudicarsi la realizzazione di diversi piccoli progetti. Complessivamente daranno origine a nuova potenza elettrica per 450 MW, mentre il piano nazionale prevede che 1.3 GW vengano installati nel corso dei prossimi tre anni. Per l’economia serba, che ancora non è in pari con la media dell’Eurozona in termini di percentuale di energia rinnovabile, si tratta di una prima grande operazione diretta alla sostenibilità ambientale della produzione energetica.
Per il momento è stato creato il bando di gara e sono state pubblicate le regole per partecipare. Le aziende interessate avranno ora 60 giorni di tempo per inviare le loro proposte, a patto che queste rientrino nei limiti previsti dal governo serbo. Le imprese italiane come Enel e Alerion Clean Power potrebbero essere interessate a questo progetto: spesso il Made in Italy riesce ad aggiudicarsi aste di questo genere nei Balcani, dove molte nazioni non raggiungono la massa critica necessaria per lo sviluppo di un’industria nazionale di produzione e installazione di pannelli fotovoltaici.
Aste per eolico e solare
La potenza complessiva di 450 MW che verrà aggiudicata in questa prima fase d’asta riguarda l’installazione di pale eoliche e pannelli fotovoltaici. Nello specifico, 400 MW saranno dedicati esclusivamente all’eolico e 50 MW esclusivamente al solare. Il governo ha anche fissato un tetto ai costi che potranno essere applicati poi nella fase di vendita: fino a 105€ per MW prodotto con energia eolica e fino a 90€ per MW prodotto con quella fotovoltaica. Si tratta comunque di riferimenti massimi, che lasciano alle aziende la possibilità di competere tra loro con i progetti che invieranno per la partecipazione all’asta pubblica.
Dubravka Đedović, Ministro delle Miniere e dell’Energia, assicura che la Serbia ha adottato per questa prima asta i migliori standard europei per la selezione e la valutazione dei candidati. Inoltre il governo è disposto a pagare un premio rispetto al prezzo di mercato, per incentivare i progetti che possono a lungo termine offrire le migliori economie di scala e prospettive di efficienza. Inoltre si tratta di investimenti diretti che vengono subito computati nel PIL nazionale, aiutando la crescita e assicurando ai cittadini una fornitura di energia più pulita, più stabile e a prezzi inferiori. La Serbia fa sul serio, dopo aver appena passato una nuova legge che si occupa di regolamentare meglio il tema dell’energia rinnovabile sul territorio nazionale. Il trasporto dell’energia agli utilizzatori finali sarà invece gestito dall’ente nazionale EPS, che prevede di ricavarne un fatturato intorno ai €3 milioni annui.
Uno sforzo condiviso con la Banca Mondiale
Il governo serbo ha potuto avviare questo nuovo progetto grazie a una partnership, finalizzata a marzo, con la Banca Mondiale. L’ente sovranazionale ha fornito alla Serbia un prestito da 150 milioni di euro, con il quale ha fornito la liquidità necessaria per finanziare il nuovo progetto a lungo termine sull’energia rinnovabile. La Banca Mondiale ha riconosciuto l’importanza di questo piano sia in termini di produttività, sia in termini di sostenibilità.
Bisogna considerare che la Serbia conta 6.5 milioni di abitanti circa, per cui il fabbisogno energetico nazionale non è enorme. Con 450 MW di potenza si possono alimentare 292.500 case secondo i valori convenzionali, ed è soltanto la prima parte del progetto. Una volta che il piano da 1.3 GW sarà completato, ben 845.000 abitazioni in Serbia potranno essere alimentate esclusivamente da energia eolica o fotovoltaica. Questo porterebbe a raggiungere un risultato davvero notevole in termini di percentuale di energia rinnovabile sul totale.
Con i prezzi elevati dell’energia che l’Europa ha conosciuto negli ultimi inverni, gli investimenti in energia rinnovabile appaiono particolarmente convenienti oggi per i governi. Considerando anche la facilità nel finanziarli, la Serbia ha colto un’occasione utile per rivedere il suo mix energetico. I documenti pubblicati sul sito della Banca Mondiale non riportano gli eventuali interessi pagati dal governo, ma è probabile che siano ben inferiori ai tassi pagati dai bond nazionali.