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Shell taglia dipendenti e investimenti sulla sostenibilità
Shell intende dare la priorità ai profitti: questa è la direzione chiara del nuovo CEO Wael Sawan, che si trova a guidare la società da gennaio. Il nuovo amministratore delegato ha promesso agli azionisti che Shell avrebbe aumentato i margini già nel breve termine, anche a costo di decimare l’unità di business che si occupa di sostenibilità e ambiente. In una dichiarazione di mercoledì sera, Shell ha annunciato il taglio di centinaia di posti di lavoro legati alla divisione Low Carbon Solutions (LCS). Insieme al taglio dei dipendenti ce ne sarà anche uno legato ai progetti green, soprattutto nel segmento dell’idrogeno verde. Le azioni non sembrano aver preso né una direzione rialzista né una ribassista in seguito all’annuncio del management.
Malgrado Shell abbia rassicurato che i piani sul taglio delle emissioni e dell’impatto climatico rimangano gli stessi di prima, non mancano le critiche. A distanza di un mese dal COP-28 di Dubai, che per la prima volta vedrà un forte coinvolgimento delle società petrolifere per parlare di futuro e di sostenibilità, Shell ha deciso di tagliare 200 posti di lavoro su 1.300 nell’unità LCS. Inoltre verranno messi in revisione altre 130 posizioni, sempre all’interno della stessa unità, per decidere se mantenerle o se procedere a un ulteriore taglio del personale in futuro. Nel complesso Shell dà lavoro a 90.000 dipendenti, di cui ora poco più del 1% sarà nell’organigo della divisione legata alla sostenibilità. Sawan aveva anche ricevuto una lettera aperta il mese scorso, da parte di alcuni dipendenti che chiedevano di non tagliare i posti di lavoro legati alla transizione climatica.
Taglio verticale, anche all’idrogeno verde
Nei piani di Shell non c’è quello di colpire soltanto un livello della struttura della divisione LCS. La multinazionale dell’energia intende tagliare i posti di lavoro in modo verticale, incluso il top management. Dei quattro ruoli di direzione generale legati alla sostenibilità ne rimarranno soltanto due. Rimarranno anche meno progetti attivi, con Shell che intende tagliare i progetti di ricerca legati all’uso dell’idrogeno verde nelle automobili e in altri progetti di mobilità leggera. Rimarranno invece attivi gli investimenti sulla ricerca di soluzioni per impiegare l’idrogeno verde nei motori dei mezzi pesanti e soprattutto nelle applicazioni industriali. La società fa sapere che i tagli non toccheranno la divisione che si occupa di energia rinnovabile.
Shell è stata una delle prime società al mondo a essersi interessata alla possibilità di utilizzare l’idrogeno verde come carburante per le automobili, ormai oltre 10 anni fa. Nel corso del tempo, però, è diventato evidente che le batterie al litio siano la soluzione verso cui tutta l’industria automobilistica sta convergendo. Di conseguenza, Shell ritiene di poter investire meglio le sue risorse altrove. Dopo aver inaugurato il suo primo traghetto elettrico, sembrava che Shell fosse più pronta che mai ad aumentare gli investimenti sulla sostenibilità. Ma il CEO assicura che l’obiettivo di lungo termine, cioè quello di raggiungere il net zero entro il 2050, rimane fisso.
Cade nel vuoto la lettera aperta dei dipendenti
Il CEO di Shell era stato oggetto di critiche il mese scorso, dopo che alcuni dipendenti si erano incaricati di scrivere una lettera aperta sul social network interno che favorisce le interazioni tra gli impiegati. Nella lettera si chiedeva di avere a cuore la transizione climatica e non soltanto i profitti, mettendo proprio in cattiva luce il piano aziendale per ridurre gli occupati nelle aree legate alla sostenibilità. In poche ore il post è diventato virale all’interno della piattaforma, ricevendo oltre 1.000 likes e 80.000 visualizzazioni. Sotto sono anche apparsi diversi commenti accesi contro il nuovo amministratore delegato.
Alla fine la lettera aperta è caduta nel vuoto, causando non poco malumore internamente all’azienda. Sarà ora da valutare la risposta degli azionisti: è possibile che loro vedano di buon occhio i margini in miglioramento, ma è anche possibile che mettano in discussione il danno d’immagine che Shell sta ricevendo -internamente ed esternamente- per via dei nuovi tagli al personale.