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Spagna e USA con Messico per accordo su centrali elettriche

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Secondo quanto è stato riferito giovedì 13 aprile dall’agenzia di stampa Bloomberg News, citando persone che hanno familiarità con le trattative, il gruppo bancario multinazionale spagnolo Banco Bilbao Vizcaya Argentaria (BBVA), il gruppo di istituti di credito prevalentemente europei e americani Banco Santander SA e la banca multinazionale degli Stati Uniti d’America Bank of America Corp. intendono finanziare insieme l’operazione da 6 miliardi di dollari del Messico per l’acquisto di centrali elettriche da Iberdrola, l’azienda spagnola specializzata nella produzione, distribuzione e commercializzazione di energia elettrica e gas naturale.

BBVA, Santander, BofA vogliono sostenere l’affare dell’energia elettrica da 6 miliardi di dollari del Messico

Le ragioni dell’acquisizione

I tre finanziatori fanno parte di un consorzio che ha espresso interesse a finanziare l’operazione, hanno dichiarato le fonti, che hanno chiesto di non essere nominate in quanto non autorizzate a discutere una questione privata. I colloqui sono ancora in fase iniziale e l’operazione sta suscitando l’interesse anche di banche locali come le holding messicane Grupo Financiero Banorte e il Grupo Financiero Inbursa del miliardario Carlos Slim. Anche le banche messicane di sviluppo, tra cui Banobras (Banco Nacional de Obras y Servicios Públicos), contribuiranno a finanziare l’operazione.

Alla richiesta di un commento, infatti, un funzionario del Ministero delle Finanze ha affermato che le proposte non sono state finalizzate, ma che le banche stanno considerando di finanziare il piano. Tra queste c’è Banobras  e altre banche statali messicane di sviluppo. Bank of America ha rifiutato di commentare la notizia. Anche BBVA, Santander, Banorte e Inbursa e Iberdrola non hanno risposto immediatamente a una richiesta di commento.

Secondo le indiscrezioni, la BBVA ha intenzione di fornire fino a 2 miliardi di dollari. L’accordo, tuttavia, non è ancora definitivo e potrebbe ancora fallire, ha aggiunto il rapporto.

All’inizio della settimana, il fondo di proprietà statale Mexico Infrastructure Partners (MIP) ha arruolato le tre società locali Ritch Mueller y Nicolau, SC (una società di consulenza finanziaria), Greenberg Traurig, SC (un grande gruppo bancario e finanziario) e Creel, García-Cuéllar, Aiza y Enríquez, SC (uno studio leader di consulenza legale) per acquistare 13 centrali elettriche dal gruppo energetico spagnolo Iberdrola in un accordo del valore di 6 miliardi di dollari.

A tal proposito, il presidente messicano Andres Manuel Lopez Obrador (conosciuto come AMLO) ha dichiarato che l’accordo per l’acquisto di 13 centrali elettriche da Iberdrola fa risparmiare il Paese in una disputa sull’energia con gli Stati Uniti e il Canada nell’ambito di un patto commerciale regionale. L’acquisizione fa avanzare l’obiettivo del presidente di portare il settore energetico sotto il controllo del governo. L’accordo, infatti, darebbe allo Stato il controllo di circa il 55% della capacità di produzione di energia elettrica del Paese, aggirando gli ostacoli giuridici incontrati dai piani di riforma dell’energia elettrica del presidente che sono stati bloccati dai legislatori.

Inoltre, l’acquisto consente ad AMLO di rivendicare la vittoria su Iberdrola, che è stata il manifesto della sua campagna contro la presunta corruzione da parte di interessi stranieri. Il presidente ha, quindi, presentato l’accordo come una nazionalizzazione, ma si tratta di una soluzione di mercato alla paralisi politica che ha colpito il settore energetico messicano, mentre il governo bloccava i permessi per i nuovi impianti privati.

Grazie a questo accordo, lo stato messicano controllerà circa il 55% della capacità di produzione di energia elettrica del Paese

Sulla scia di quest’accordo, inoltre, si prevede che il governo si muoverà più rapidamente per consentire l’avanzamento di altri progetti privati di energia rinnovabile. Ciò potrebbe contribuire a risolvere una controversia con gli Stati Uniti e il Canada, che sostengono che le politiche energetiche nazionaliste del Messico violano il loro accordo di libero scambio con il Paese.

Lopez Obrador ha dichiarato che gli impianti, alcuni dei quali vecchi di decenni e altri nuovi, costano il 30% in meno rispetto a quelli costruiti dal Messico. Ha, inoltre, affermato che l’ammodernamento degli impianti più vecchi sarà più rapido della costruzione di quelli nuovi, che potrebbe richiedere fino a 10 anni.

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