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Spread BTP-Bund ai minimi da 2 anni, l’economia italiana sorprende anche gli USA
Lo spread tra BTP e Bund a 10 anni è attualmente di 116 punti base. È il livello più basso mai toccato da novembre 2021, ma in condizioni molto diverse: se durante la pandemia era il meccanismo anti-frammentazione della Banca Centrale Europea a tenere a bada le differenze di rendimento, oggi lo si deve soprattutto ai meriti italiani (e demeriti tedeschi). Mentre la Germania continua ad affrontare un periodo di stallo, con l’economia stretta tra una crescita nulla e addirittura una potenziale recessione, gli investitori continuano a vedere di buon occhio la crescita economica italiana e la posizione della nostra economia di fronte agli imminenti tagli ai tassi d’interesse della Banca Centrale Europea.
Il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, è stato intervistato dal Financial Times perché persino negli Stati Uniti fanno fatica a credere al boom italiano di questi mesi. Lo stesso Giorgetti ha ammesso che fino a pochi mesi fa sarebbe stato impensabile un risultato di questo genere. Sembra che gli investitori internazionali stiano premiando l’Italia soprattutto per la sua decisione di affrontare una politica di riduzione del deficit, abbassando il rapporto debito-PIL e allo stesso tempo accogliendo il nuovo patto di Stabilità europeo. Inoltre Giorgia Meloni si sta rivelando una premier diversa rispetto a ciò che gli osservatori americani si aspettavano: non una fonte di rottura tra l’Italia e l’Europa, ma in realtà uno dei presidenti del Consiglio che hanno instaurato il dialogo più serrato con Bruxelles.
L’economia italiana continua a sorprendere
La Commissione Europea si aspetta dall’Italia una crescita del +0.7% nel corso del 2024, nulla di stellare ma comunque superiore alla previsione media europea del +0.6%, Secondo le previsioni Istat, la nostra economia potrebbe addirittura crescere del +1.1% nel corso di quest’anno. Invece la previsione sulla crescita tedesca è appena del +0.2%, meno di un terzo rispetto alla stima più pessimista sulla crescita italiana. Le difficoltà per la Germania sono iniziate già l’anno scorso, con ordini industriali in netto calo, e ci si aspettava che presto tutto questo si trasferisse anche all’Italia e alla Spagna. In realtà le economie europee spesso definite “periferiche” hanno dimostrato di non soffrire un vero contagio, cosa che ha rilanciato i bond nazionali dei paesi come il nostro.
I forti legami economici tra Germania e Cina si sono rivelati un’arma a doppio taglio, con Berlino che ha iniziato a rallentare pochi mesi dopo Pechino e continua a mostrare ordini industriali in calo soprattutto per le imprese che esportavano di più verso la Cina. Non significa che la situazione italiana sia rose e fiori, ma i timori per la fine del meccanismo anti-frammentazione dell’UE -con cui la banca centrale aiuta le nazioni più indebitate a tenere sotto controllo gli interessi sul debito- non si sono trasformati nell’aumento sproporzionato dello spread che molti analisti si attendevano.
La macroeconomia supera la prudenza fiscale
Malgrado la riduzione dello spread, bisogna comunque notare che Germania e Italia rimangono due paesi ai poli opposti in termini di fondamentali fiscali. Il rapporto debito-PIL tedesco dovrebbe scendere al 64,1% nel corso del 2024, mentre quello italiano dovrebbe crescere al 140,6%: una cifra che fa riflettere, anche considerando che il debito pubblico italiano dovrebbe aumentare del 4,6% nel 2024 secondo le previsioni di Unicredit. Detto questo, come fa notare Tomasz Wieladek di T-Rowe Price, in questo momento i mercati stanno dando la precedenza alla macroeconomia rispetto alla prudenza fiscale. Questo ha colto di sorpresa diversi analisti, tra cui Rabobank, che sottolinea anche come la strategia di Meloni -basata sul cercare di far comprare il debito italiano agli italiani- possa aver giocato un ruolo importante nella caduta libera dello spread nelle ultime due settimane.