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Sud Africa, riserve Forex a rischio in caso di sanzioni USA

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La banca centrale sudafricana ha pubblicato un nuovo report sulla stabilità dell’economia e del suo sistema finanziario. Qui vengono delineate alcune delle situazioni di fronte alle quali il Sud Africa sarebbe fragile, oltre ad alcune variabili che già indeboliscono l’economia locale. Si tratta di un documento che ha l’obiettivo di aiutare la guida del governo, fornendo consigli su ciò che si potrebbe migliorare anche sul piano legislativo ed esecutivo. Considerando la situazione difficile in cui versa l’economia sudafricana, è importante fare piani a lungo termine tanto per il governo quanto per la banca centrale.

Alcuni dei punti menzionati dalla banca centrale sono cose che ci si poteva facilmente aspettare. Il fatto di voler rafforzare la rete di distribuzione elettrica, ad esempio, era quasi scontato. In alcune aree, anche delle città più grandi, il razionamento dell’energia fa sì che alcuni giorni non si possa utilizzare l’elettricità per 10 ore consecutive. Questo indebolisce enormemente la capacità produttiva e il settore dei servizi, in una nazione che dovrebbe teoricamente guidare lo sviluppo economico africano. Rimane anche una priorità abbassare il tasso di inflazione, con la banca centrale che ha recentemente alzato i tassi al loro massimo degli ultimi 14 anni.

La banca centrale sudafricana mette in guardia il governo sulle possibili ripercussioni di sanzioni statunitensi

Rischi per l’esposizione in dollari

A fare notizia è stato soprattutto uno dei punti inseriti all’interno del report della banca centrale, secondo il quale possibili sanzioni dagli Stati Uniti sarebbero una vulnerabilità critica per l’economia sudafricana. Con la valuta locale che perde sempre più valore sui mercati internazionali, spingendo cittadini e imprese a cambiare i loro rand sudafricani in dollari americani, la quantità di valuta estera che circola nell’economia sudafricana sta toccando picchi storici. Questo renderebbe però la nazione più esposta a eventuali sanzioni di natura geopolitica, soprattutto da parte degli USA.

Il commento arriva in un clima particolare. Si parla sempre di più di de-dollarizzazione, cioè del desiderio delle nazioni emergenti -soprattutto dei paesi BRICS- di regolare gli affari internazionali in una valuta diversa dal dollaro americano. Per questo motivo, le banche di molte nazioni non allineate politicamente con gli Stati Uniti stanno comprando quantità record di lingotti d’oro. Uno dei motivi principali è il rischio di essere “esclusi” dal sistema finanziario internazionale e ritrovarsi con pile di denaro non utilizzabile, nel caso gli Stati Uniti decidessero di imporre delle sanzioni sull’uso del dollaro americano da parte di queste nazioni e delle loro banche centrali.

Il rand sudafricano ha perso oltre il 20% del proprio valore rispetto al dollaro americano in appena un anno, e il 65% del proprio valore rispetto al dollaro dal 2011 a oggi

Tensioni geopolitiche in crescita

Il Sud Africa potrebbe ritrovarsi sanzionato dagli Stati Uniti per alcuni eventi degli ultimi giorni. Alcuni diplomatici statunitensi hanno riportato che una nave cargo russa avrebbe prelevato un carico di armi sudafricane lo scorso anno. Formalmente Pretoria si dichiara neutrale di fronte al conflitto in Ucraina, ma nel concreto i paesi BRICS stanno dimostrando una coesione sempre più forte. Non soltanto nello sviluppo di un sistema finanziario alternativo a quello proposto dall’Occidente, ma anche con l’obiettivo di rafforzare con la coesione il potere geopolitico di questo gruppo di nazioni.

In risposta alle accuse di aver fornito armamenti alla Russia, il valore del rand sudafricano era precipitato e con questo anche il valore delle obbligazioni locali. Le stesse obbligazioni hanno visto il tasso di partecipazione, cioè la quantità di cittadini che investono in questi strumenti, scendere al 25% rispetto al picco del 42% toccato pochi anni fa. Il simbolo di una situazione delicata, finanziariamente e diplomaticamente, per una nazione che si trova a fare i conti con inflazione e possibili sanzioni.

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