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TIM, i bond calano a picco: per il Ministro dell’Economia, sul futuro deve decidere il mercato

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Continua la vicenda di Telecom Italia, dopo che i mercati hanno iniziato a perdere fiducia sulla possibilità di un’acquisizione da parte di KKR. La pubblicazione dei dati trimestrali è stata pesantissima per la società, con una forte perdita di fiducia sia da parte degli azionisti che degli obbligazionisti. In questo momento, i bond dell’azienda con rendimento al 6% e pagamento nel 2034 sono valutati a 90,84€ contro un valore nominale di 100€, una situazione che indica addirittura paura di insolvenza per il debito a lungo termine dell’azienda. La differenza è molto evidente se si comparano i bond di TIM con quelli di Telefónica e delle principali aziende paragonabili a livello europeo. Dall’altra parte rimane il faro di un’acquisizione da parte di KKR: la società americana è pronta a mettere sul piatto €22 miliardi per ristrutturare le operazioni dell’azienda e assicurarle un forte taglio all’indebitamento.

Telecom Italia è già etichettata come “debt-laden” dalla stampa internazionale: l’indebitamento eccessivo, le continue perdite di bilancio che superano i 3 milioni di euro al giorno e la mancanza di crescita pesano molto sull’azienda e non sembrano rimanere grandi opportunità per il futuro. La notizia di oggi è che il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, vuole lasciare la palla agli accordi privati: secondo Giorgetti il governo avrebbe già fatto la sua parte, e rimarrebbe al mercato la decisione sul futuro di TIM. Rispetto ai governi precedenti che si erano opposti a un’acquisizione da parte di un gruppo non italiano, il governo Meloni sembra intenzionato a lasciare il CdA libero di valutare tutte le proposte.

Le linee fisse di TIM raggiungono l’89% delle case italiane

Rimane al mercato la decisione

Dopo l’apertura del governo, il futuro di TIM rimane ancorato a ciò che gli azionisti attuali decideranno di fare. In generale sembra esserci comunque un consenso diffuso per la vendita al gruppo KKR, uno dei pochi acquirenti interessati all’azienda indebitata che ha appena chiuso i suoi ultimi dati trimestrali con una perdita superiore a €300 milioni. Anche gli obbligazionisti sarebbero favorevoli a questo tipo di mossa, che garantirebbe risorse liquide sufficienti per comodamente ripagare le obbligazioni emesse da TIM nel corso degli anni. Il board dell’azienda ha già approvato 11-3 una votazione non vincolata all’opinione degli azionisti per deliberare sulla possibile acquisizione da parte di KKR.

L’unico dubbio riguarda la decisione di Vivendi, il gruppo francese che rappresenta il maggior investitore privato in Telecom Italia. Il governo ha già deciso di riunirsi venerdì per fare il punto sull’influenza che la società d’investimento detiene su TIM, con la prospettiva di esplorare le decisioni del governo che potrebbero aiutare l’accordo con KKR ad andare avanti anche senza il consenso francese. Vivendi è già in causa con Telecom Italia per un accordo tra TIM e KKR sulla vendita delle reti fisse italiane al gruppo americano. Vivendi lamenta che il prezzo di vendita sarebbe ingiustamente basso e che in questo modo sarebbero stati lesi i diritti degli azionisti.

TIM ha una quota di mercato del 24,2% per le reti mobili in Italia, in calo rispetto al 24,9% di fine 2022

Addio anche agli asset in Brasile?

Uno degli azionisti di minoranza di Telecom Italia è Merylin Partners, gruppo basato in Lussemburgo che detiene una quota dello 0,53% nell’azienda. Merylin Partners sta chiedendo insistentemente a Telecom Italia di vendere gli asset in Brasile, dove fino a qualche anno fa era una delle aziende più competitive sul mercato. Oggi la posizione di TIM è stata fortemente indebolita, ma il mercato brasiliano avrebbe dovuto rappresentare la grande opportunità di espansione dell’azienda. Una grande espansione che non si è mai verificata. Merylin Partners vorrebbe anche un nuovo CEO, proponendo l’ex-direttore generale Stefano Siragusa come rimpiazzo dell’attuale ad Pietro Labriola. Il gruppo lussemburghese si dice favorevole al takeover da parte di KKR e spera che l’accordo venga raggiunto al più presto, ma comunque ritiene necessario staccare l’unità di business brasiliana e venderla per ridurre i debiti di Telecom.

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