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TotalEnergies lamenta divario di valutazione con rivali USA

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Il CEO di TotalEnergies si è lamentato con gli investitori per il divario di valutazione della società rispetto ai suoi concorrenti statunitensi, sostenendo che questo fosse dovuto alla sua quotazione in Europa piuttosto che alla redditività.

In diverse riunioni con gli investitori, Patrick Pouyanné ha sottolineato che, nonostante la redditività di Total fosse paragonabile a quella di Chevron, la società francese veniva scambiata a un prezzo scontato solo perché quotata in Europa, mentre Chevron è quotata negli Stati Uniti. Tuttavia, ha chiarito che non era possibile spostare la quotazione principale di Total negli Stati Uniti, anche per motivi politici.

Secondo quanto riferito da fonti informate, un azionista tra i primi dieci ha rivelato che Total aveva considerato di spostare la sua quotazione principale negli Stati Uniti, ma ha constatato che sarebbe stato culturalmente difficile. Un altro azionista ha indicato che Pouyanné pensa che sarebbe stato vantaggioso per Total essere quotata negli Stati Uniti, ma ha sottolineato che la società non può spostare la sua quotazione e che tale opzione non è attualmente presa in considerazione.

La quotazione sulla borsa europea contribuirebbe al divario di valutazione rispetto alle compagnie americane.

Un problema tutto europeo

Il Financial Times ha riportato che nel 2021 i dirigenti di Shell hanno valutato i benefici di spostare la sede e la quotazione dell’azienda energetica anglo-olandese negli Stati Uniti, ma alla fine hanno deciso di mantenere la base a Londra e abbandonare quella in Olanda per consolidarsi.

Secondo Irene Himona, direttore generale del settore petrolifero e del gas presso Société Générale, non è escluso che Total possa valutare un’offerta iniziale di azioni in un altro Paese, anche se sembra improbabile. Tuttavia, ha sottolineato che non si può escludere che una compagnia come Total possa decidere di trasferirsi in un altro Paese, spinta da investitori attivisti, da una grande acquisizione o dal desiderio di diventare una società privata.

Un importante azionista di Total ha affermato che le principali compagnie petrolifere europee, tra cui Total, sono stanche di non essere riconosciute per gli sforzi compiuti nella transizione verso un’economia a bassa emissione di carbonio. Nonostante gli impegni presi, infatti, gli investitori non hanno premiato le aziende europee come hanno invece fatto con Exxon e Chevron, società americane che non hanno ridotto la loro dipendenza dai combustibili fossili.

Nonostante le frustrazioni del CEO di Total, Patrick Pouyanné, un consulente dell’azienda ha confermato che non ci sono piani per spostare la sede della compagnia. Pouyanné ha lavorato come consulente e capo di gabinetto nel governo francese prima di passare al settore privato.

Le compagnie energetiche americane come Exxon e Chevron sono maggiormente valorizzate rispetto a quelle europee.

Gli obiettivi green di Total Energies

Total Energies ha stabilito obiettivi ambiziosi per ridurre le sue emissioni di carbonio e diventare una società a basse emissioni di carbonio entro il 2050.

In particolare, l’azienda si è impegnata a ridurre le sue emissioni dirette di gas a effetto serra (Scope 1) del 40% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2015 e del 60% entro il 2050. Inoltre, si è impegnata a ridurre le emissioni indirette (Scope 2) del 60% entro il 2030 e del 80% entro il 2050.

Total Energies sta anche lavorando per ridurre le emissioni di gas a effetto serra associate ai prodotti che vende (Scope 3), in particolare attraverso la promozione di prodotti più sostenibili e la riduzione della flaring (il rilascio di gas incombusti durante la produzione di petrolio e gas) entro il 2030.

Per raggiungere questi obiettivi, Total Energies sta investendo miliardi di dollari in progetti di energia rinnovabile e tecnologie a basse emissioni di carbonio, come l’energia solare, l’eolico, la cattura e lo stoccaggio di carbonio (CCS) e l’idrogeno verde.

Total Energies è inoltre impegnata a diventare una società carbon-neutral entro il 2050, compensando le sue emissioni residue attraverso la conservazione delle foreste e altre soluzioni di offset.

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