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Tre le dispute sull’acquisizione, il CEO di Paramount si dimette dopo i dati trimestrali

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Dopo la pubblicazione dei dati trimestrali, il CEO di Paramount Bob Bakish ha deciso di rinunciare al proprio incarico. La decisione arriva in un momento molto concitato per l’azienda, dal momento che recentemente si è parlato molto della sua acquisizione da parte di qualche altro colosso mediatico. Dopo aver intavolato dei dialoghi con Discovery, Disney e altri grandi marchi del settore, alla fine sembra che la società sia destinata a essere acquisita da Skydance Media. L’operazione ha portato non poco scompiglio tra i ranghi dello storico studio televisivo e cinematografico, con la proprietà e il management molto divisi: il management avrebbe voluto vendere soltanto l’unità meno produttiva legata alla televisione, mentre l’azionista di maggioranza avrebbe preferito vendere totalmente il gruppo.

Bakish era arrivato alla leadership di Paramount attraverso una lunga carriera passata per Viacom, gruppo da cui poi è nata CBS -di cui è diventato CEO nel 2016- prima che l’azienda cambiasse il nome in Paramount Global. Nel frattempo il gruppo è cresciuto attraverso diverse acquisizioni, tra cui quella di MTV, ma è anche finita per rimanere indietro nell’epoca di Netflix, Apple TV e Disney+. La mancanza di un’offerta competitiva nel settore dello streaming online ha penalizzato i risultati dell’azienda, soprattutto in fatto di crescita. Con il cinema e la televisione che rendono sempre di meno, un’acquisizione è diventata pressoché inevitabile per garantire nuova linfa vitale al gruppo.

Con l’addio di Bakish, l’acquisizione si fa più vicina

Bakish abbandona l’incarico di CEO

Al posto dell’uscente amministratore delegato ci sarà, almeno per il momento, un triplice ufficio formato dai CO-CEOs George Cheeks, Chris McCarthy e Brian Robbins, rispettivamente leader delle unità legate a CBS, MTV e Paramount Pictures. Il comunicato stampa legato al cambio al vertice non include ancora delle indicazioni precise per quanto riguarda la possibile acquisizione da parte di Skydance Media, che comunque sembra ormai sempre più probabile. Bakish era il principale oppositore dell’acquisizione, che prevede dei termini a suo avviso penalizzanti per gli azionisti di Paramount: Skydance controllerebbe oltre il 50% del gruppo nascente insieme ai suoi finanziatori, mentre gli azionisti attuali di Paramount si dividerebbero le quote restanti.

Shari Redstone, la principale azionista dell’azienda, ha perso la sua fiducia nei confronti dell’ex-CEO e aveva già annunciato che presto avrebbe potuto lasciare l’incarico. Le dimissioni, dunque, in questo caso suonano più come un licenziamento per lasciare via libera all’accordo con Skydance Media. Gli acquirenti hanno già reso chiaro che, nel caso in cui l’accordo fosse completato, il CEO sarebbe comunque sostituito con il loro manager di fiducia David Ellison. Considerando che KKR e RedBird Capital Partners hanno dato a Skydance tutti i fondi necessari per fare un’offerta irrifiutabile a Shari Redstone, l’operazione potrebbe essere conclusa già entro la prossima settimana.

Paramount+ è l’unico ramo dell’azienda a segnare un tasso di crescita importante al momento

Risultati difficili nel Q1 2024

La possibilità di un’acquisizione ha parzialmente messo in secondo piano la questione del report trimestrale sul Q1 2024, in cui i dati di Paramount sono stati poco entusiasmanti. Da una parte il gruppo è riuscito a produrre più profitti del previsto, chiudendo con 0,62$ di utile netto per azione contro una previsione di Wall Street di 0,36$ per azione. Al tempo stesso la società ha ottenuto ricavi solo per $7,69 miliardi, contro una previsione di $7,73 miliardi. Il tasso di crescita su base annua è stato del 6%, guidato principalmente dal lancio di Paramount+. Il servizio di streaming, però, pur con il suo tasso di crescita del 24% rimane ancora molto distante dai suoi competitor diretti. Pur di puntare sulla crescita di questa unità, i costi di acquisizione dei clienti sono stati così alti -sia in termini di marketing che di produzioni- da portare a una perdita di $286 milioni in questo ramo di Paramount Global.

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