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Trinidad & Tobago, parlamentari riconoscono la crisi Forex

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Il Parlamentare Davendranath Tancoo di Trinidad & Tobago accusa il Ministro delle Finanze di giocare con le parole per sminuire la situazione in cui la piccola isola caraibica si trova. Il Ministro parla di “carenza” di riserve di valuta estera, mentre Tancoo parla espressamente di “crisi” e sottolinea come gli espedienti semantici non possano risolvere concretamente la situazione. Una situazione difficile, anche se teoricamente la nazione ha ancora riserve di Forex per coprire otto mesi e mezzo di importazioni.

Con gli aumenti dei tassi di interesse della Federal Reserve e un generale rallentamento dell’economia mondiale, sempre più nazioni si trovano in questo tipo di situazione. Lo Sri Lanka sta cercando di assicurarsi un prestito di salvataggio dal Fondo Monetario Internazionale, mentre il Pakistan si trova sull’orlo di una delle peggiori crisi finanziarie della propria storia. L’Argentina è in crisi di iperinflazione da tempo e ora Trinidad & Tobago si aggiunge all’elenco.

Per Trinidad & Tobago è essenziale ottenere flussi in ingresso costanti di valuta estera

Cosa succede a Trinidad & Tobago

Dal momento che il piccolo territorio di Trinidad & Tobago non permette lo sviluppo domestico di molte industrie, la nazione conta sulle importazioni per riuscire a compensare la mancata produzione interna. Quando una nazione ha bisogno di importazioni per i beni essenziali, ha anche estremamente bisogno di valuta estera per poter pagare queste importazioni. Questo significa prima di tutto avere a disposizione dollari americani, che è il vero problema attuale di Trinidad & Tobago.

Ci sono essenzialmente due fonti di valuta estera su cui la nazione caraibica ha potuto contare nel corso del tempo. La prima è il turismo, che ogni anno attrae visitatori da tutto il mondo per le spiagge bianche e immacolate offerte dalle due isole che formano la nazione. La seconda è l’export di combustibili fossili, in particolare il petrolio raffinato. Entrambe queste fonti di valuta estera hanno sofferto nel corso degli ultimi anni.

Quando è arrivata la pandemia, chiaramente, le fonti di valuta estera provenienti dal turismo hanno subito una forte contrazione. Un altro evento importante è stato il calo dei prezzi del petrolio nel corso degli ultimi 5 anni, che è coinciso anche con un calo della capacità produttiva di Trinidad & Tobago. Il risultato è una forte diminuzione della capacità di generare riserve di valuta estera, che mette in crisi soprattutto le piccole imprese e i privati cittadini.

Talvolta i barili di petrolio inutilizzati diventano strumenti musicali a percussione per i musicisti locali

I tassi non aiutano la situazione attuale

La banca centrale di Trinidad & Tobago, alla pari di molte banche centrali, ha investito nel corso degli anni gran parte delle sue riserve in asset denominati in dollari. Si stima che circa il 75% delle riserve sia attualmente investito in bond governativi degli Stati Uniti, generando un problema che aggrava la situazione sul lato Forex.

Gli aumenti dei tassi centrali nel corso degli ultimi 12 mesi hanno fatto in modo che i bond emessi in precedenza si svalutassero per via dei rendimenti maggiori delle nuove emissioni. Il risultato è che ora la banca centrale si ritrova essenzialmente a non poter vendere gli asset che possiede, a meno che non sia disposta ad accettare di vendere con una forte perdita.

Davendranath Tancoo ha voluto sottolineare anche le conseguenze della situazione attuale. Gli studenti che vogliono studiare all’estero non possono prelevare dollari, le piccole aziende -che rappresentano il 91% delle imprese della nazione- si ritrovano ad aspettare giorni per prelevare solo 200$ per volta, mentre le politiche locali tendono a favorire l’accesso al Forex delle grandi imprese alberghiere.

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