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Trump, come la sua vittoria potrebbe impattare sui mercati sudamericani

Un’eventuale vittoria di Donald Trump nelle prossime elezioni avrà un impatto diretto sui mercati sudmaricani.

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Gli investitori si stanno già preparando ad un possibile ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump. Se per il momento è troppo presto anticipare qualsiasi tipo di pronostico, molti osservatori iniziano a prepararsi ai vari scenari che si potrebbero venire a creare con il ritorno dell’ex presidente.

Trump e la sua amministrazioni hanno avuto dei rapporti difficili con gran parte dei paesi dell’America Latina. Momenti di tensione si sono venuti a verificare nel momento in cui sono stati distribuiti i vaccini contro il Covid 19 e quando gli Stati Uniti d’America hanno negato degli aiuti economici. 

Quale impatto potrebbe avere la rielezione di Donald Trump nell’economia del Sud America? Cerchiamo di capire cosa può accadere.

Trump e il Messico: il buon vicino

Da sempre influenzato dall’andamento della politica statunitense, il Messico ha un impatto importante sui mercati emergenti. Ora come ora, però, a rendere la situazione più complessa sono alcuni fattori interni.

A seguito della vittoria di Donald Trump nel 2016 il Peso Messicano ha perso l’8% nell’arco di una settimana. La situazione attuale è un po’ diversa, dato che il Peso è già sceso del 6% dopo il crollo registrato a giugno, quanto il partito al governo alle elezioni del paese si è avvicinato a una maggioranza qualificata. I mercati, in questo momento, temono possibili cambiamenti costituzionali e una riduzione dei controlli e degli equilibri.

Per quanto riguarda le relazioni tra Messico e Stati Uniti, secondo alcuni esperti, il commercio dovrebbe essere in cima all’agenda. Trump, infatti, ha guidato la riforma dell’accordo commerciale tra Stati Uniti, Messico e Canada (USMCA). Una revisione programmata di questo accordo è prevista tra due anni. Il prossimo presidente degli Stati Uniti avrà la possibilità di confermare se il suo paese ne rimarrà membro.

Le relazioni personali di Donald Trump

Nayib Bukele, presidente di El Salvador, e Javier Milei, presidente dell’Argentina, ossia due dei più sfacciati polulisti di destra dell’America Latina hanno partecipato con Donald Trump alla Conservative Political Action Conference di febbraio, che è il più grande incontro di attivisti e politici conservatori degli Stati Uniti. Entrambi i paesi sono alla ricerca di sostegno finanziario dal Fondo Monetario Internazionale (FMI) con sede a Washington.

Trump, nel 2018, aveva sostenuto apertamente Mauricio Macri, l’allora presidente argentino nel suo tentativo di ottenere dei finanziamenti dall’FMI. Sostegno che poi si è concretizzato in un programma da 44 miliardi di dollari. Milei è un aperto sostenitore di Trump e si ritiene che possa chiedere nuovi soldi una volta che il programma terminerà a dicembre.

Anche Bukele potrebbe battere cassa nuovamente presso il FMI subito dopo le elezioni negli Stati Uniti. L’obiettivo sarebbe quello di ottenere un nuovo programma economico.

Venezuela, sanzioni in vista

Il futuro del Venezuela si giocherà il prossimo 28 luglio 2024: le elezioni presidenziali potrebbero far in modo che il paese possa rientrare nella comunità internazionale. Donald Trump, nel suo precedente mandato, ha aumentato le sanzioni contro il paese sudamericano. Biden, invece, ha cercato di ristabilire i legami con l’obiettivo di garantire elezioni eque.

Sarà probabilmente il prossimo presidente degli Stati Uniti a decidere se procedere o meno a una massiccia ristrutturazione del debito: il Venezuela deve almeno 60 miliardi di dollari solo in titoli di Stato, una situazione che determina una nuova emissione obbligazionaria, che, in questo momento, è bloccata dalle sanzioni statunitensi.

Soffermandosi, invece, sui rapporti con Cuba e Nicaragua, due paesi guidati da dei governi autoritari, è possibile che diventino particolarmente tesi nel caso in cui dovesse vincere alle elezioni Donald Trump.

La guerra commerciale con la Cina

Guardando un po’ più ad oriente, alcuni ostacoli e costi aggiuntivi al commercio con la Cina sono stati introdotti dall’amministrazione Trump. E mantenuti da Biden, che ha aumentato la pressione su Pechino.

Alcuni osservatori ritengono che la guerra commerciale con la Cina si possa intensificare. Pechino potrebbe optare per la svalutazione della sua moneta per rendere le esportazioni più competitive. Tale mossa potrebbe essere avvertita maggiormente dagli esportatori di materie prime in America Latina, tra i quali ci sono Brasile, Argentina, Messico e Cile che risultano essere i maggiori partner commerciali regionali di Pechino.

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