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Turchia, la banca centrale punta a ridurre l’inflazione

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La banca centrale della Turchia ha annunciato lunedì che il processo di restrizione monetaria, avviato il mese scorso con un significativo aumento dei tassi di interesse dopo le elezioni, proseguirà fino a quando non si verificherà un notevole miglioramento nella prospettiva dell’inflazione.

Le dichiarazioni sono state rilasciate nel verbale della riunione di politica monetaria del 22 giugno, durante la quale la banca ha aumentato il suo tasso di interesse principale del 15% di 650 punti base, sebbene in misura inferiore alle aspettative di un inasprimento delle politiche ancora più aggressivo.

La banca centrale ha sottolineato che questa inversione di politica, dopo un periodo di due anni di politiche espansive, rappresenta il primo passo di un processo di restrizione finalizzato a raggiungere rapidamente la disinflazione.

La banca ha adottato un’inversione di politica dopo il rialzo di 650 punti base dello scorso 22 giugno.

La precedente strategia della Banca Centrale Turca

L’esperimento politico avviato dalla Turchia nel 2021 sembra essere giunto alla sua conclusione. Tutto è iniziato quando la banca centrale turca ha preso la decisione di abbassare i tassi di interesse, andando contro la tendenza globale. Tuttavia, questa politica controversa ha causato un’accelerazione incontrollata dell’inflazione.

Entro metà del 2022, l’indice ufficiale dei prezzi al consumo era aumentato di oltre l’80% rispetto all’anno precedente. Di conseguenza, i tassi di interesse reali sono scesi a livelli negativi estremamente bassi rispetto alle altre economie paragonabili alla Turchia.

Non sorprende che l’impatto immediato di questo esperimento di politica monetaria sia stato un netto peggioramento delle aspettative di inflazione. La lira turca ha subito una forte svalutazione, perdendo il 70% del suo valore rispetto al dollaro dopo settembre 2021.

Le autorità hanno introdotto una serie di misure per stabilizzare la lira e mitigare gli effetti dannosi dei tassi di interesse straordinariamente bassi. Il regime valutario è stato trasformato in un sistema di tassi di cambio fortemente gestiti, attraverso la vendita poco trasparente di riserve estere tramite banche pubbliche e l’implementazione di controlli estesi sui cambi e sul credito.

Il governo ha anche introdotto un programma di protezione dei depositi in lira, generando un aumento delle passività contingenti del bilancio pubblico e un sovraccarico regolamentare per le banche.

Tuttavia, il mantenimento di tassi di cambio stabili e di una domanda interna sostenuta da condizioni monetarie estremamente accomodanti ha comportato dei costi significativi. Si è verificato un esaurimento delle riserve della banca centrale, l’accumulo di squilibri enormi come un’inflazione fuori controllo e una complessa serie di regolamentazioni finanziarie che hanno distorto l’efficiente allocazione delle risorse finanziarie.

Nel 2021 l’inflazione ha toccato livelli record a causa della politica monetaria espansiva.

Il recente aggressivo rialzo dei tassi

La scorsa settimana, la Banca Centrale Turca, poco dopo la nomina di Hafize Gaye Erkan a capo della banca centrale, ha deciso di apportare un brusco cambiamento alla poltica finanziaria e ha comunicato l’aumento del tasso di interesse dal 8,5% al 15%.

In una dichiarazione, la Banca Centrale ha affermato che l’adeguamento monetario sarà ulteriormente rafforzato secondo necessità, in modo tempestivo e graduale, fino a quando non si raggiungerà un significativo miglioramento delle prospettive dell’inflazione.

Ciònonostante, il mercato si aspettava un aumento dei tassi ancora più aggressivo, pertanto, a seguito di questa decisione la lira turca è scivolata di oltre il 5% giovedì, portando il cambio con il dollaro statunitense oltre i 25 TL. Prima del secondo turno delle elezioni presidenziali del 28 maggio, il cambio era di 19,97 TL per 1 dollaro statunitense. Ciò significa che la valuta turca si è deprezzata di circa il 30% rispetto al dollaro dall’elezione.

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