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Turchia, scoperto pozzo di petrolio da 1 miliardo di barili

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La Turkish Petroleum (TPAO) ha annunciato mercoledì sera la scoperta di un giacimento di petrolio in terraferma nella provincia del sudest turco di Sirnak che contiene 1 miliardo di barili di petrolio. Si tratta della più grande scoperta di petrolio mai effettuata nel paese.

La TPAO ha già perforato il giacimento a una profondità di 2.771 metri, rilevando un giacimento di petrolio leggero di oltre 162 metri. Il pozzo, chiamato Sehit Aybuke Yalcin-1, si trova a 20 chilometri (12 miglia) a nord-ovest della città di Cizre e produce attualmente circa 10.000 barili di petrolio al giorno.

Si tratta della più grande scoperta di greggio on-shore in Turchia.

Il piano di sviluppo

La compagnia petrolifera statale ha recentemente annunciato che entro la fine dell’anno verranno trivellati pozzi di valutazione in successione e sarà elaborato il piano di sviluppo completo del campo petrolifero. L’obiettivo di produzione prefissato è ambizioso: raggiungere i 100.000 barili di petrolio al giorno, il che rappresenterebbe una notevole impennata nella produzione energetica della Turchia.

Attualmente, la Turchia ha una produzione di idrocarburi limitata e deve importare quasi tutti i suoi bisogni energetici. Nel 2022, ad esempio, il paese ha consumato 246 milioni di barili di petrolio greggio importato, oltre a 29 milioni di barili di petrolio greggio prodotto localmente, come riportano i dati ufficiali.

Per diversificare la propria produzione energetica, Ankara punta a diventare un hub di riferimento per il commercio di gas e sta sviluppando un giacimento di gas naturale di enormi dimensioni (710 miliardi di metri cubi) situato nel Mar Nero.

La Turchia intende diminuire drasticamente le sue importazioni di petrolio e GNL.

Un nuovo passo verso l’indipendenza energetica

La Turchia considera estremamente importante raggiungere l’indipendenza energetica e intende ridurre la propria dipendenza dalle importazioni di combustibili, che attualmente costituiscono quasi la totalità del suo consumo interno.

Attualmente, il paese si basa fortemente sulle importazioni di petrolio e gas da diversi paesi, tra cui Russia, Azerbaigian, Iran, Nigeria e Algeria. Inoltre, la Turchia dipende anche dalle importazioni di gas naturale liquefatto (GNL) dal Qatar e dagli Stati Uniti. Il governo turco ritiene che la diversificazione delle fonti energetiche sia una priorità fondamentale per il paese.

Nel dicembre scorso, il presidente Erdogan ha annunciato la scoperta di un giacimento petrolifero nella provincia di Sirnak che, si stima, contenga circa 150 milioni di barili di riserve, con un valore stimato di 12 miliardi di dollari.

Nell’ultimo anno, la Turchia ha notevolmente aumentato le proprie ambizioni nel settore petrolifero e del gas. A gennaio, il paese ha stipulato un accordo a lungo termine con la Bulgaria, concedendo alla nazione balcanica l’accesso ai propri terminali GNL.

Sempre a gennaio, il governo turco ha rivisto al rialzo la stima delle riserve di gas naturale del paese nel Mar Nero. Secondo il ministro dell’Energia Fatih Donmez, i giacimenti conosciuti attualmente sarebbero sufficienti a soddisfare la domanda interna per i prossimi 30 anni. Inoltre, il ministro ha aggiunto che la scoperta di nuovi giacimenti di gas nel Mar Nero estenderebbe ulteriormente l’autosufficienza della Turchia in termini di forniture di gas oltre i prossimi tre decenni.

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