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UE, la Francia vuole data per proibire combustibili fossili

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Mentre il prezzo del petrolio continua a correre a rialzo e l’Europa si interroga sulla tenuta del gas naturale questo inverno, c’è chi pensa a un futuro senza alcun combustibile fossile. Il governo francese chiede all’Europa di stabilire una data entro la quale vietare completamente la vendita e l’utilizzo di combustibili fossili, di modo che questa data possa essere presentata al prossimo COP 28 come esempio da seguire anche per altre nazioni del mondo. Considerando che la IEA prevede una domanda record di petrolio nel corso dei prossimi mesi, anche malgrado i forti investimenti in energia rinnovabile e l’aumento della popolarità dei veicoli elettrici, sembra che si parli di una chimera.

Ma la Francia ci crede davvero e vuole accelerare la transizione dell’energia in Europa, arrivando il prima possibile a un’economia che non ha più bisogno di combustibili come il gas naturale e il petrolio. Per il momento non esistono piani del genere. L’UE ha un obiettivo di arrivare al net zero entro il 2050, ma non significa che non si potranno più usare i combustibili fossili. Per come sono strutturati i piani attuali, significa esclusivamente che non bisognerà emettere più gas serra di quelli che vengono catturati o evitati: piantando un albero, ad esempio, si riassorbe una parte delle emissioni date da una caldaia a gas.

Nel frattempo, il governo spagnolo cerca fondi per finanziare la transizione energetica

Il governo francese vuole aumentare la pressione

La posizione francese è tutt’altro che formulata su vane speranze. L’invito è quello a seguire la scienza per delineare una serie di scadenze future, entro le quali bisognerà raggiungere certi obiettivi sulla diminuzione dell’uso di combustibili fossili. Stando ai piani di Parigi, definire delle scadenze precise metterebbe più pressione sui Paesi Membri per fare progressi concreti ed evitare le iniziative di green washing con cui si abbassano artificialmente i livelli di emissioni conteggiati nei report pubblici. L’UE ha già stabilito date entro le quali non si potranno più vendere veicoli ad alte emissioni (2030) e entro le quali tutti i nuovi veicoli venduti dovranno essere elettrici (2035). Ovviamente, però, gas e petrolio non servono soltanto ad alimentare le automobili.

In un report pubblicato dalle Nazioni Unite il mese scorso, si legge che l’eliminazione dei combustibili fossili sarebbe uno sforzo necessario per assicurare al Pianeta un futuro senza emissioni ed evitare le conseguenze potenzialmente più catastrofiche del cambiamento climatico. Il report dell’ONU fa eccezione solo per i combustibili fossili abated, cioè quelli direttamente connessi a un sistema che cattura tutte le emissioni di gas serra prodotte dalla loro combustione. A tal proposito, la Francia chiede alla Commissione Europea di definire la propria posizione sui sistemi di cattura diretta della CO2 per evitare che vengano usati come scusante per ritardare il passaggio ad altre forme di energia più sostenibili.

La Francia è una delle nazioni europee che investe di più sul fotovoltaico domestico

Nel frattempo, la Spagna guarda ai finanziamenti

Se la Francia guarda ai piani per eliminare i combustibili fossili, altrove il problema è come finanziare gli investimenti necessari per poter compiere la transizione ecologica. In questi giorni, a Madrid, si sta tenendo un importante evento che vede la partecipazione dei leader di molti dei più importanti fondi sovrani al mondo. Lunedì mattina ha preso la parola Teresa Ribera, Ministro dell’Energia del governo spagnolo, chiedendo ai fondi sovrani di investire una percentuale superiore delle proprie risorse in progetti che abbiano un impatto positivo sul cambiamento climatico e sulla transizione energetica.

La Ribera chiede a tutti i fondi sovrani di muoversi in favore della mitigazione dei rischi climatici che colpiscono l’economia mondiale, soprattutto evitando di investire in iniziative che non siano neutrali dal punto di vista climatico. La Spagna è uno dei paesi che attrae più capitali per la transizione energetica, soprattutto grazie al fatto di avere un clima favorevole all’energia fotovoltaica a Sud, e un vento molto utile per quella eolica a Nord. Inoltre il governo ha definito un piano ambizioso, che prevede di ridurre del 32% le emissioni inquinanti spagnole entro il 2030 rispetto al 1990.

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