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UK, banca centrale alza i tassi: record degli ultimi 15 anni
La Bank of England ha deciso di proseguire con i rialzi dei tassi di interesse: nella giornata di giovedì, la massima autorità di politica monetaria del Regno Unito ha aumentato ulteriormente i tassi di 25 punti base. I tassi centrali arrivano così al 4,50%, segnando un nuovo massimo mai raggiunto negli ultimi 15 anni: l’ultima volta in cui gli interessi chiesti sui prestiti della banca centrale avevano raggiunto questo livello, fu prima del collasso di Lehman Brothers e della Grande Recessione del 2008.
Poche le altre scelte possibili, visti i dati macroeconomici in arrivo da Londra: l’inflazione del Regno Unito, almeno per il momento, continua a dimostrarsi una delle più resistenti e difficili da combattere in Europa. Mentre la nazione riapre dopo i festeggiamenti per l’incoronazione di Carlo e Camilla, per imprese e consumatori non è facile fare i conti con lo scenario attuale. La Bank of England, però, prova a rimanere ottimista: stando alle nuove proiezioni ufficiali sulla crescita, la banca centrale non si aspetta più che nel 2023 il PIL si contragga rispetto all’anno precedente.
Decisione non unanime per la banca centrale
I 9 membri votanti della Bank of England hanno approvato la decisione di aumentare i tassi dello 0.25% per 7 voti a favore e 2 voti contrari. Anche se la maggioranza a favore della decisione è stata ampia, è molto comune che le decisioni di politica monetaria delle più importanti banche centrali vengano prese all’unanimità; il fatto che due membri del direttivo non fossero d’accordo segnala che i policymaker non sono completamente allineati su quali siano le scelte migliori. I due membri in disaccordo avrebbero voluto lasciare invariati i tassi, favorendo la crescita economica a costo di ritardare il calo dell’inflazione.
Esattamente come nell’Eurozona, il tasso di inflazione inglese è sceso nel corso degli ultimi mesi. Questo calo si deve, però, soprattutto al calo del prezzo dei beni energetici come petrolio e gas naturale. Chiaramente questo si riflette anche su altri beni e servizi, ma il tema centrale rimane lo stesso: se non fosse per questo calo che non è dovuto alla politica monetaria della banca centrale, bensì alle condizioni del mercato delle materie prime energetiche, il calo del tasso di inflazione sarebbe stato fino a qui molto poco significativo.
Ottimismo per la crescita nel 2023
Secondo la banca centrale inglese, non si prevede più una contrazione del PIL nel corso di quest’anno. Il PIL dovrebbe rimanere sui livelli del 2022, per poi ricominciare a crescere moderatamente nel corso del 2024. Chiaramente sono previsioni che vanno prese con le pinze, dal momento che quasi tutti i mesi si assiste a una revisione delle proiezioni delle principali banche centrali. Proprio ieri, ad esempio, la banca centrale olandese si è dichiarata preoccupata per l’andamento del tasso di inflazione e per le prospettive di crescita.
La Bank of England vuole mantenere entusiasmo anche in relazione ai rialzi dei tassi di interesse. Secondo le stime del direttivo che controlla la banca centrale, i tassi dovrebbero raggiungere un picco del 4,75% durante il secondo semestre del 2023. Questo significa che bisogna quantomeno aspettarsi un altro scatto rialzista dei tassi di interesse, ma difficilmente si vedranno dei tagli nel corso di quest’anno. A meno che il tasso di inflazione non inizi a precipitare inaspettatamente verso il basso, i primi tagli ai tassi si vedranno l’anno prossimo.