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UK, il Tesoro critica l’IMF per il pessimismo sulla crescita

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Il Ministero del Tesoro del Regno Unito non è contento di come il Fondo Monetario Internazionale si stia comportando nei confronti dell’economia locale. Attraverso le parole di Jeremy Hurt, Tesoriere del governo britannico, ha avuto critiche soprattutto per le basse stime di crescita che l’IMF ha formulato per il Regno Unito nel 2023. Stando all’ente sovranazionale, l’attesa per il PIL inglese di quest’anno è una riduzione dello 0.3%. In altre parole, anche se lieve, il Fondo Monetario Internazionale si aspetta che quest’anno si verifichi una recessione in UK. Questa è una previsione su cui il Tesoro inglese non concorda, soprattutto dal momento che nel primo trimestre dell’anno sembra che l’economia locale abbia retto piuttosto bene ai vari stress provenienti dal mercato energetico e dalla politica economica.

Esattamente come la Banca Centrale Europea e la Federal Reserve, anche la Bank of England è impegnata in una campagna di politica monetaria restrittiva per ridurre il tasso di inflazione dopo il suo brusco aumento a fine 2021. La domanda è chi abbia ragione: il Fondo Monetario Internazionale o il Tesoro britannico. La differenza tra una recessione e una crescita in aumento, per quanto si giochi sulle frazioni di punto percentuale, ha un impatto psicologico importante sugli investitori, sulle imprese e sui consumatori.

Per l’economia del Regno Unito, gli effetti dei tassi di interesse in rialzo sembrano star avendo un peso non indifferente

Hunt sminuisce la credibilità del Fondo Monetario Internazionale

Il Ministro del Tesoro del Regno Unito ha voluto rimarcare che le previsioni per il 2023 non sono le uniche a essere eccessivamente pessimiste. Dal 2016 a oggi, in tutti gli anni meno uno, l’IMF ha avuto delle stime più basse sulla crescita in UK rispetto al dato effettivamente riscontrato a fine anno. Da notare che l’eccezione è il 2020, anno in cui chiaramente le previsioni iniziali sull’economia non potevano ancora tenere conto degli effetti della pandemia che sarebbe scoppiata da lì a poco.

Hunt ha sottolineato anche che il Fondo Monetario Internazionale è solo uno dei tanti analisti che pubblica le sue previsioni, ma non necessariamente il più affidabile. Tra le righe si legge un certo intento di ridimensionare l’importanza delle previsioni formulate dall’IMF, sottolineando che soprattutto nel caso del Regno Unito le sue proiezioni tendono a essere basate su dati troppo pessimisti. Per quanto riguarda le stime ufficiali del Tesoro inglese, ci si aspetta che il 2023 porti a una crescita dell’economia e le stime su questa crescita sono anche state alzate negli ultimi mesi. Se all’inizio dell’anno ci si aspettava che il PIL a fine anno segnasse +0.3%, ora la stima ufficiale prevede una crescita dello 0.5%.

Grafico delle stime di crescita per il Regno Unito pubblicato sul sito ufficiale del Fondo Monetario Internazionale

Dati poco incoraggianti a febbraio

L’anno è iniziato piuttosto bene per l’economia inglese, segnando un PIL in aumento dello 0.4% a gennaio rispetto allo stesso mese del 2022. Le cose, però, hanno preso una piega meno positiva a febbraio con l’economia che sembra dare segni di rallentamento sotto ogni punto di vista:

  • Le stime per il PIL prevedevano un +0.1% su base trimestrale, ma i dati effettivi non hanno riscontrato alcun cambiamento;
  • L’economia legata ai servizi ha segnato un calo dello 0.1%;
  • La produzione industriale è diminuita dello 0.2%;
  • I nuovi progetti immobiliari sono calati del 2.4%.

Questi numeri sembrano far pensare che il Fondo Monetario Internazionale potrebbe non avere tutti i torti. Il governo inglese sembra comunque determinato a rimarcare le sue previsioni ottimiste per l’economia locale, magari considerando la possibilità di iniziare a tagliare i tassi di interesse a fine anno. Questa è un’eventualità che dipenderà dall’andamento del tasso di inflazione nel corso dei prossimi mesi, un’incognita che tanto i banchieri centrali quanto gli investitori stanno monitorando da vicino.

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