News

UK si conferma in recessione: -0,3% per il PIL nel Q4 2023, il secondo semestre di crescita negativa

Published

on

Stamattina sono stati pubblicati i dati del PIL nel Regno Unito, relativi al quarto trimestre del 2023. Si tratta di un dato già pubblicato due volte: l’ufficio nazionale di statistica pubblica prima una stima basata su un numero ristretto di dati, dopodiché si corregge due volte integrando più elementi nella sua analisi. Alla fine, però, la sostanza non è cambiata. Il Regno Unito si conferma in recessione, quantomeno se la si considera come due trimestri di crescita negativa. Il PIL inglese è calato dello 0,3% su base trimestrale, dopo essere già calato dello 0,1% nel terzo trimestre del 2023. Dati che non sorridono a un’economia ancora incerta sul suo percorso di crescita, dopo che Brexit ha imposto di trovare una strada diversa da quella degli altri paesi del mondo.

Secondo quanto riportato dall’Office of National Statistics (ONS), il principale responsabile di questa contrazione è il settore manifatturiero (-1,1%). Seguono poi i consumi (-0,9%) e i servizi (-0,1%). I dati potrebbero essere stati anche peggiori se non fossero stati coadiuvati da un aumento importante della spesa pubblica, che come sottolineato dallo stesso ONS ha aiutato a contenere il calo dell’attività economica. Si nota un calo anche nelle vendite al dettaglio e nell’attività di costruzione, essenzialmente segnalando che la recessione ha toccato tutti i settori dell’economia e che non ha una singola causa.

La stima di crescita per il 2024 è inferiore al 1,0%

L’anno peggiore dalla crisi del 2009

Mettendo insieme tutti i dati sul 2023, il Regno Unito è cresciuto appena dello 0,1% su base annua. Escludendo il 2020, anno segnato dallo scoppio della pandemia, si tratta del risultato peggiore ottenuto dal 2009 a oggi. In parte lo si deve sicuramente all’impatto dei tassi d’interesse elevati della Bank of England, ma non può essere una giustificazione universale: i tassi sono stati alti anche in Europa e negli Stati Uniti, ma in entrambi i casi l’economia ha continuato a crescere a un ritmo nettamente superiore a quello dello UK. Ancora peggiore il PIL pro capite, cioè il PIL totale diviso per il numero di abitanti della nazione: questa metrica ha visto un calo dello 0,6%, una volta tenuto conto dell’aumento della popolazione nel 2023.

Il Regno Unito arriva da una situazione molto difficile in termini di politica monetaria, anche considerando che Londra ha visto uno dei tassi d’inflazione più resistenti e difficili da combattere di tutte le economie sviluppate. Attualmente si prevede che il PIL nel 2024 cresca, ma meno dell’1%. Questa è la stima attuale, ma le proiezioni sono già state abbassate diverse volte e anche i consumatori hanno perso fiducia. Lo dimostra l’aumento del tasso di risparmio, che cresce di 10 punti base: un aumento del tasso di risparmio è solitamente legato alla perdita di fiducia dei consumatori, che sentendosi incerti per la propria posizione lavorativa iniziano a risparmiare di più.

L’immagine diffusa dall’ONS mostra la variazione dei vari elementi che hanno contribuito al PIL del 2023

Secondo gli analisti, poteva andare peggio

I numeri pubblicati dall’ONS non sono certamente entusiasmanti, ma c’è anche chi fa notare che la situazione potrebbe essere addirittura peggiore di ciò che sembra. Infatti, nel secondo semestre del 2023 il governo del Regno Unito ha iniziato una politica di forte spesa pubblica soprattutto per sostenere il settore della difesa e inviare aiuti militari all’Ucraina. Questo ha fatto confluire miliardi di sterline nell’economia che si sono immediatamente tramutati in PIL, grazie a ordini alle fabbriche inglesi che producono armamenti, divise militari, kit di primo soccorso e altro ancora. Senza questa iniezione di liquidità nell’economia, il PIL sarebbe stato anche più basso e probabilmente avrebbe addirittura mostrato una crescita negativa per il 2023 nel suo complesso. A farne le spese è stato il deficit del governo di Londra, che è aumentato a 26,3 miliardi di sterline (il 3,9% del PIL) nell’ultimo trimestre dell’anno.

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Trending

Exit mobile version