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Unicredit, nella scalata a Commerzbank ha agito alla luce del sole dialogando con il governo tedesco

Nella scalata a Commerzbank, Unicredit avrebbe agito alla luce del sole dialogando con alcuni funzionari della cancelleria e del ministero delle finanze tedeschi.

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L’eventuale e al momento solo ipotetico matrimonio tra Unicredit e Commerzbank sembra sempre di più la trama dei Promessi sposi. Nei mesi precedenti l’acquisto della quota azionario della banca tedesca da parte di quella italiana, alcuni dirigenti di Unicredit avrebbero avuto dei colloqui con degli alti funzionari del governo tedesco, tra i quali ci sarebbero alcuni funzionari impiegati presso la cancelleria e il ministero delle finanze.

A rendere noti i colloqui intercorsi tra le parti è stata Reuters, che avrebbe visionato alcuni documenti dei parlamentari tedeschi.

Ma entriamo nel dettaglio e vediamo come si sta accadendo e quali sono gli ostacoli ad un eventuale matrimonio tra Unicredit e Commerzbank.

Unicredit su Commerzbank ha agisto alla luce del sole

Nel suo tentativo di scalata a Commerzbank, Unicredit ha agito alla luce del sole. Almeno stando alla documentazione visionata da Reuters. Alcuni dettagli degli incontri sono stati forniti in una risposta del governo a Matthias Hauer, un parlamentare tedesco: costituiscono uno dei resoconti più dettagliati dei contatti che si sono tenuti fino a questo momento tra la Germania e Unicredit, prima che quest’ultima iniziasse ad acquistare una quota importante di Commerzbank.

A questo punto è bene ricordare che il governo tedesco aveva dichiarato di essere sorpreso dalla mossa della banca italiana. Nella realtà dei fatti si scopre che Florian Toncar, segretario di Stato responsabile della vendita delle quote, ha parlato con Marion Hoellinger, responsabile della filiale tedesca di UniCredit, il 4 settembre in merito all’annuncio di un’agenzia governativa sulla vendita delle quote e di nuovo il 10 settembre.

Secondo la risposta del governo, che ha segnalato anche altri due colloqui con funzionari della cancelleria il 7 giugno e il 30 maggio, il presidente Pier Carlo Padoan ha incontrato Joerg Kukies, alto funzionario della cancelleria tedesca, a margine di una conferenza tenutasi a Parigi il 16 maggio. Ad ogni modo, benché il documento faccia luce sui vari incontri, offre pochi dettagli sul contenuto delle discussioni.

Hauer, deputato cristiano-democratico, ha affermato che la risposta ha evidenziato uno scambio vivace tra il governo tedesco e la banca italiana, sollecitando ulteriori indagini sulle modalità con cui il governo ha venduto l’intera quota a Unicredit anziché a un certo numero di investitori.

Sembra esplicitamente inserirsi in questo contesto la volontà della Germania di inasprire i requisiti di rendicontazione per gli investitori che stanno aumentando le loro partecipazioni nelle aziende del Paese. Anche se al momento stiamo parlando solo e soltanto di ipotesi, la mossa arriva subito dopo che Unicredit ha acquistato una consistente quota della Commerzbank.

La Germania starebbe valutando se obbligare gli investitori a rivelare una partecipazione del 3% costituita da una combinazione di azioni e derivati. La norma attuale prevede la divulgazione di tali partecipazioni combinate al livello del 5%.

Unicredit aveva costruito silenziosamente una quota di circa il 4,5% in Commerzbank attraverso azioni e derivati, ​​che non era stata tenuta a divulgare prima di acquistare un’ulteriore quota del 4,5% della banca dal governo tedesco a settembre.

Anche il sindacato si oppone a Unicredit

A mettersi di traverso ad un potenziale matrimonio tra Commerzbank ed Unicredit c’è anche il sindacato tedesco Verdi.

Frederik Werning, un funzionario del sindacato Verdi e membro del Consiglio di sorveglianza della Commerzbank, ha spiegato che l’opposizione non è dovuta al fatto che l’offerente è una banca italiana. Potrebbe essere francese o spagnola. Secondo Werning quando si fa una fusione ogni volta si dice che non cambierà nulla, ma una volta su due le promesse non vengono mantenute e si perdono dei posti di lavoro in Germania e in Italia.

Werning ha aggiunto che le banche che nasceranno dalla fusione si occuperanno dell’integrazione per almeno due anni, in un momento in cui la Germania ha bisogno di incrementare gli investimenti.

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