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USA, $440 milioni per una Porto Rico al 100% rinnovabile

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L’amministrazione Biden ha mobilitato i primi 440 milioni di dollari di un piano complessivo da $1 miliardo, con l’obiettivo di installare una maggior capacità di produzione di energia rinnovabile a Porto Rico. Il territorio, che fa parte del commonwealth degli Stati Uniti, è stato battuto da forti tempeste e uragani nel corso degli ultimi anni che hanno pressoché spazzato via la sua infrastruttura di produzione e trasporto dell’energia. Ora, l’ambizioso piano del Department of Energy è quella di arrivare a produrre al 100% energia rinnovabile per soddisfare l’intero fabbisogno di Porto Rico. Ci vorranno diversi anni per realizzare il progetto, ma i fondi sono già stati messi sul tavolo.

Complessivamente si stima che sarà necessario attendere fino al 2050 prima che tutta l’energia di Porto Rico venga prodotta da fonti rinnovabili, ma il modo in cui si intende realizzare il progetto è molto ambizioso. L’energia proverrà infatti da piccoli produttori delocalizzati, come tetti con pannelli fotovoltaici e pale fotovoltaiche collocate strategicamente nei posti con più potenziale. Saranno poi utilizzati su larga scala i sistemi di stoccaggio energetico per immagazzinare l’energia in eccesso prodotta nei momenti di picco, così da poterla reimmettere nella rete nel momento in cui la domanda supera l’offerta.

Tre società in lotta per i fondi

Un contratto da $440 milioni fa gola a tutti, soprattutto quando il committente è l’amministrazione pubblica degli Stati Uniti. Attualmente il governo sta vagliando proposte da tre società: Sunrun, storico colosso americano dell’energia fotovoltaica, Generac Power Systems e la più piccola Sunnova Energy. Questa prima tranche d’investimento riguarda esclusivamente contratti per il fotovoltaico decentralizzato: l’obiettivo è installare grandi quantità di pannelli fotovoltaici direttamente sul tetto degli edifici pubblici, creando vari centri di produzione su piccola scala che non necessariamente devono essere connessi a un sistema centrale di trasporto. Considerando anche la bassa densità di popolazione di alcune aree dell’isola, questo sembra essere il sistema più efficiente.

Optare per una rete decentralizzata è utile anche per minimizzare i problemi che potrebbero verificarsi in caso di uragani e tempeste. In una rete centralizzata, l’interruzione di una singola linea di trasporto può significare che migliaia di case rimangono senza corrente; in una rete decentralizzata, un piccolo problema locale non finisce per causare problemi su larga scala. Dopo l’uragano Maria del 2017, che ha portato via oltre alla rete elettrica anche 4.600 vite, gli Stati Uniti hanno deciso di cambiare rotta e di testare un sistema completamente nuovo di produrre energia. Potrebbe fare da scuola anche per progetti sul continente, soprattutto nelle aree di campagna e quelle montuose dove l’allacciamento alla rete elettrica è più complesso. In alcune aree di Porto Rico, ci sono voluti 11 mesi per riallacciare la corrente elettrica dopo l’uragano.

Tesla procede per la sua strada

Non tutte le aziende stanno aspettando che si muovano dei fondi pubblici per iniziare a lavorare sui propri progetti portoricani. Tesla, in particolare, ha annunciato poche ore prima dello stanziamento dei nuovi fondi che avrebbe ampliato il suo programma VPP (Virtual Power Plant). Si tratta di un programma in cui tutti i proprietari di accumulatori Tesla Powerwall possono immettere nella rete elettrica locale l’energia prodotta dai propri pannelli fotovoltaici e di cui non hanno bisogno. A Puerto Rico ci sono 74.000 proprietari di Powerwall pronti a dare il via al progetto più grande di questo genere mai realizzato.

In California, Tesla ha già sperimentato questo sistema con successo. Un numero di proprietari di Powerwall decisamente inferiore, che arriva appena al 10% di quello del programma di Puerto Rico, ha complessivamente immesso 100 MW di energia all’interno della rete elettrica californiana. Questo significa un giro d’affari da circa 100 milioni di dollari, oltre a tantissima anidride carbonica risparmiata e a un calo notevole delle inefficienze della rete elettrica. Tesla raccoglie direttamente i pagamenti dalle società di utilities locali, con contratti da circa 1$ per KWh, e una volta ricevuto il denaro provvede a distribuirlo a tutti i proprietari di Powerwall che hanno partecipato con la loro produzione.

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